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sabato 8 Novembre 2025

Venditti, incidente probatorio a Brescia: la difesa punta alla trasparenza

In una mossa strategica volta a dimostrare piena collaborazione con le autorità giudiziarie, il team difensivo del dottor Mario Venditti ha recentemente presentato un’istanza di incidente probatorio al Giudice delle Indagini Preliminari di Brescia.

Questa iniziativa, comunicata tramite una nota del legale Domenico Aiello, mira a consentire la produzione di copie forensi e l’analisi dettagliata dei dispositivi informatici in possesso dell’ex procuratore di Pavia, attualmente indagato per presunta corruzione in atti giudiziari nell’ambito del caso Garlasco.

La scelta di procedere con l’incidente probatorio riflette una volontà di evitare qualsiasi interpretazione di ostilità o ritardo nella fornitura di elementi ritenuti necessari dall’ufficio del Pubblico Ministero di Brescia.
Il legale ha precisato che il testo dell’istanza riproduce fedelmente un brano contenuto nel precedente atto di sequestro, un elemento cruciale per garantire la trasparenza e la conformità procedurale.

Tuttavia, la produzione dei dati è stata attentamente condotta nel rispetto dei stringenti vincoli imposti dalla legge e dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione.

Per scongiurare qualsiasi irregolarità o accusa di illegittimità, l’estrazione dei dati è stata sottoposta a due filtri di legalità: la delimitazione rigorosa del periodo temporale oggetto di acquisizione e l’identificazione precisa di “parole chiave” strettamente correlate all’ipotesi criminosa contestata al dottor Venditti.

Questo approccio garantisce che l’analisi si concentri esclusivamente su informazioni pertinenti al caso, evitando derive interpretative arbitrarie.
Il team difensivo esprime la preferenza che l’esecuzione dell’incidente probatorio sia rinviata a dopo la discussione e la decisione del prossimo grado di giudizio, il terzo in ordine cronologico.

Questo ulteriore riesame si concentrerà specificatamente sulla legittimità del sequestro nel contesto dell’accusa di corruzione in atti giudiziari.
Un eventuale annullamento del sequestro potrebbe infatti rendere superflua l’acquisizione e l’analisi dei dati, complicando ulteriormente la complessità del procedimento.
La decisione di procedere celermente, pur dimostrando apertura alla cooperazione, si pone dunque in un contesto di attesa di un giudizio fondamentale che potrebbe ridefinire l’intero quadro dell’indagine.

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