venerdì 8 Agosto 2025
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West Nile Virus: Allarme in Lombardia, rafforzare la sorveglianza

La recente conferma di due casi autoctoni di West Nile Virus (WNV) in Lombardia solleva interrogativi cruciali sulla persistente presenza del virus e sull’efficacia delle strategie di sorveglianza in atto.
Le due nuove infezioni, riscontrate in una donna di 38 anni a Milano e in una di 66 anni, testimoniano la circolazione del virus in aree densamente popolate e sottolineano la necessità di un approccio proattivo e multifattoriale.
Solo la paziente anziana è attualmente ospedalizzata, un dettaglio che evidenzia la variabilità clinica della malattia, che può manifestarsi con sintomi lievi o, in rari casi, evolvere in complicanze neurologiche gravi.

Il West Nile Virus, trasmesso principalmente da zanzare del genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica, non solo in Lombardia, ma in molte regioni d’Europa e del mondo.
La sua persistenza è legata alla ciclicità di trasmissione, in cui le zanzare si infettano nutrendosi di uccelli selvatici, serbatoio naturale del virus, e a loro volta possono infettare l’uomo e altri mammiferi.
La comprensione di questo ciclo ecologico è fondamentale per implementare misure di controllo mirate.

La Lombardia, consapevole della potenziale minaccia, ha implementato un sistema di sorveglianza integrato, un vero e proprio “early warning system” che coinvolge Regione, le Aziende di Servizi alla Persona (ATS) locali, i Comuni e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS).

Questo sistema non si basa su una semplice reazione agli eventi, ma su una sorveglianza attiva e continua, che abbraccia diversi aspetti: la monitoraggio delle popolazioni di zanzare, la valutazione dello stato di salute dell’avifauna selvatica (indicatori sensibili alla presenza del virus) e il controllo degli equidi, anch’essi potenzialmente infettati.
La sorveglianza entomologica è particolarmente sofisticata: l’utilizzo di trappole a CO2, accuratamente posizionate in siti strategici selezionati da entomologi esperti e georeferenziati con precisione, permette di catturare le specie vettrici in modo efficiente, minimizzando l’impatto ambientale.
La successiva identificazione molecolare delle zanzare, raggruppate in pool per ottimizzare l’analisi, consente di rilevare la presenza del virus anche a basse concentrazioni.
La tempestività della risposta è altrettanto cruciale.

La scoperta anche di una singola zanzara positiva al virus innesca una serie di misure precauzionali immediate, che includono controlli rigorosi su donazioni di sangue, organi e tessuti, estendendosi non solo alla provincia interessata, ma anche alle aree circostanti.

Questo approccio mira a prevenire la trasmissione del virus attraverso la catena di donazioni, proteggendo la salute della popolazione.

Oltre alle misure di sorveglianza e controllo, è essenziale sensibilizzare la popolazione sull’importanza di ridurre l’esposizione alle punture di zanzara, attraverso l’uso di repellenti, l’utilizzo di zanzariere e l’eliminazione di potenziali siti di riproduzione delle zanzare, come ristagni d’acqua in contenitori e orti.

La collaborazione tra istituzioni e cittadini rappresenta quindi un elemento chiave per mitigare il rischio associato al West Nile Virus e tutelare la salute pubblica.
La ricerca di nuove strategie di controllo, basate ad esempio su approcci biologici e sullo sviluppo di vaccini, rimane una priorità per il futuro.

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