L’annuncio del futuro incarico di Myung-Whun Chung alla guida della Filarmonica della Scala, dal 2027, si è materializzato in una conferenza stampa densa di significato, un preludio a una tournée in Corea e Giappone che segna una rinascita culturale e artistica.
Il maestro coreano ha descritto il suo legame con l’orchestra milanese come una storia d’amore trentaseienne, una metafora che esprime una rara sinergia tra musicista e interpreti, un rapporto professionale che trascende il mero contratto per elevarsi a un’esperienza condivisa, radicata nella reciproca comprensione e stima.
Il debutto di Chung con la Filarmonica, risalente al 1989, ha gettato le basi per una collaborazione profonda, costellata di tournee internazionali e culminata nella nomina a direttore emerito nel 2023.
Questa nuova avventura, che lo vede prossimo a guidare l’orchestra in un ruolo di primaria importanza, non si presenta come un progetto definito, bensì come un percorso di supporto e valorizzazione dei musicisti e del teatro stesso, incarnando una visione di leadership condivisa e partecipata.
La tournée, un articolato itinerario che abbraccia le città di Seoul e Busan, città natale del maestro e fulcro della sua attività di direttore artistico della neonata sala da concerto, e prosegue poi attraverso Sapporo, Tokyo, Yokohama, Nagoya e si conclude a Osaka, assume un valore simbolico di profonda connessione con la cultura orientale.
L’itinerario si dispiega parallelamente all’Expo 2025 di Milano, suggerendo una narrazione di apertura e dialogo tra Oriente e Occidente.
La tournée stessa rappresenta una rinascita, un ritorno alle origini di un rapporto storico, interrotto negli ultimi quindici anni a causa di difficoltà economiche e l’impatto della pandemia di COVID-19.
La cancellazione di un tour pianificato nel 2020 aveva lasciato un vuoto che ora, grazie all’impegno di sponsor come Allianz e Unicredit, viene colmato.
Questo segna un primo, significativo passo verso un percorso di rinnovato impegno e dialogo, come sottolineato dal sovrintendente Ortombina, proiettando la Scala in un futuro di collaborazioni internazionali e di valorizzazione del patrimonio culturale orientale.
L’iniziativa non è solo un evento musicale, ma un investimento nel tessuto culturale e nelle relazioni internazionali del teatro milanese.