Nell’era digitale, dove la percezione pubblica configura il capitale più prezioso, il cinema e le sue declinazioni seriali emergono non come mero intrattenimento, ma come un potente motore culturale, un vero e proprio ‘Quarto Potere’ del XXI secolo.
L’affermazione, sostenuta da Pier Domenico Garrone, fondatore de Il Comunicatore Italiano, va oltre la semplice constatazione dell’influenza cinematografica: indica un’infrastruttura strategica imprescindibile per comprendere e orientare il futuro.
Il 2026, secondo Garrone, si decifra attraverso le lenti del cinema.
Il suo ruolo si evolve continuamente, trascendendo la cronaca storica e la narrazione contemporanea per divenire un “Esploratore del Presente”, un’entità capace di umanizzare la rivoluzione tecnologica.
In un mondo sempre più permeato dall’intelligenza artificiale, il cinema offre un antidoto alla disumanizzazione, restituendo dignità alle emozioni e ai legami familiari.
Non si tratta solo di spiegare il funzionamento dell’IA, ma di interrogare le sue implicazioni etiche, sociali ed esistenziali.
Lo studio Garrone analizza opere recenti per illustrare questo nuovo paradigma.
‘Nuremberg’, ad esempio, non è solo un film storico, ma un esercizio di rilettura critica del passato, un monito contro gli abusi del potere.
‘Avatar 3’ apre un dialogo inedito tra l’umanità e le altre forme di vita, sollevando questioni fondamentali sulla convivenza e il rispetto dell’ambiente.
Il cammino spirituale retracciato in ‘Buen Camino’ e la dinamica complessa del potere femminile in ‘Mistery’ offrono spunti di riflessione su temi universali.
Le serie televisive, con la loro capacità di approfondire e diluire la narrazione, diventano finestre privilegiate sul mondo del lavoro contemporaneo, dalla precarietà di ‘Call My Agent Italia’ all’etica professionale di ‘Suits’, fino alle conseguenze sociali dei social media in ‘The Social Dilemma’.
Anche l’analisi delle istituzioni, attraverso opere come ‘The West Wing’ e ‘The Diplomat’, si rivela fondamentale per decifrare le dinamiche del potere e la complessità delle relazioni internazionali.
Il cinema, in questo senso, si erge a “Radar Culturale”, capace di interpretare la realtà con una profondità e una sfumatura superiori a qualsiasi commento giornalistico.
L’impatto economico e la capacità di promozione territoriale sono altrettanto evidenti.
Le serie poliziesche ambientate in Sicilia, come ‘Montalbano’, ‘Makari’ e ‘I delitti del BarLume’, generano un indotto turistico significativo, esportando un’immagine autentica e suggestiva del Made in Italy, seguendo le orme di ‘Sciuscià’ e del suo meritatissimo Oscar.
In definitiva, il cinema si configura come l’unico strumento capace di integrare l’IA con i valori umani, trasformando la sfida digitale da potenziale minaccia a straordinaria opportunità e salvaguardando la reputazione e l’identità nazionale.




