La performance che domenica animerà la Cascina Robbiolo a Buccinasco non è un concerto nel senso convenzionale.
Piuttosto, si configura come un’indagine sonora, un’esplorazione drammatica in musica, profondamente debitrice dello spirito di “Le città invisibili” di Calvino, ma declinata attraverso la lente della contemporaneità e dell’esperienza urbana attuale.
Si tratta di una catarsi collettiva, un processo dinamico di creazione e dissoluzione che riflette la natura intrinsecamente contraddittoria delle città – luoghi di promesse e disillusioni, di costruzione e decadimento.
Il compositore Marco Maiello, giovane talento ventiquattroenne, ha intessuto un’opera che fonde un rigore compositivo acuto con una profonda sensibilità poetica, affrontando temi di pressante attualità: la metamorfosi del paesaggio urbano, la disconnessione esistenziale dell’individuo nell’era moderna, e la precaria esistenza dei simboli che danno senso al nostro abitare.
Alle ore diciotto, un’orchestra di giovani musicisti si trasformerà in un organo sensoriale, un collettore di emozioni, pronto a riversare sul palco una riflessione complessa e stratificata.
Lungi da una semplice illustrazione musicale, “Le Città invivibili” è un tentativo di cogliere l’essenza di una Milano in perenne trasformazione, un omaggio ai suoi miti e alle sue ombre, un’immersione in un immaginario che attinge sia alla tradizione letteraria che alle correnti culturali contemporanee.
Il progetto ha visto una cruciale collaborazione con i parolieri Ciro Ruffo e Gianni Lamanna, i quali hanno contribuito in maniera determinante alla creazione di un testo ricco di suggestioni visive e sensoriali, capace di trasportare lo spettatore in ambienti onirici e inediti.
La loro abilità risiede nella capacità di evocare atmosfere ambigue, di suggerire più che dichiarare, lasciando spazio all’interpretazione personale.
La direzione artistica e la guida musicale dell’opera sono affidate a Beatrice Isabella Suppa, violinista e direttrice d’orchestra che ha seguito da vicino ogni fase di sviluppo del progetto, imprimendo la propria sensibilità e competenza.
La sua interpretazione, attenta al dettaglio e profondamente emotiva, sarà fondamentale per veicolare la complessità dell’opera e per creare un’esperienza immersiva per il pubblico, invitandolo a interrogarsi sul significato dell’abitare e sulla condizione umana nell’era della città globale.
La performance, in forma di prova aperta, si propone come un dialogo tra l’artista e il pubblico, un momento di riflessione collettiva e di condivisione emotiva.








