Nel cuore del Festival di Locarno, durante un incontro informale al Forum Spazio Cinema, Emma Thompson ha offerto al pubblico un vivido frammento di aneddoti dalla sua pluridecennale carriera, illuminando con la sua consueta ironia anche l’ombra di eventi che hanno segnato la storia recente americana.
La conversazione, fluida e spontanea, è stata arricchita dalla presentazione del suo ultimo film, *The Dead of Winter*, ma si è aperta a riflessioni sorprendenti, svelando incontri inattesi e un distacco arguto dalla drammaticità del momento.
Un episodio, in particolare, ha generato un’ondata di risate: una telefonata inaspettata ricevuta durante le riprese di *Primary Colors*.
Thompson ha raccontato, con un sorriso, come il suo telefono squillasse nel trailer, per poi scoprire, con crescente stupore, che dall’altra parte della linea c’era Donald Trump.
La reazione dell’attrice, inizialmente scettica, si è trasformata in un misto di divertimento e curiosità.
La sua risposta pragmatica – chiedere a Trump come potesse essergli utile, fingendo di doverlo indirizzare – ha suscitato l’ilarità del pubblico.
La proposta successiva, un invito a visitare una delle sue residenze, ha portato a una risposta evasiva, un “ti faccio sapere”, che ha scatenato un’ulteriore ondata di risate.
L’attrice ha concluso l’aneddoto con un’osservazione pungente, suggerendo che Trump avesse probabilmente un team dedicato alla ricerca di compagne adatte.
L’episodio, apparentemente banale, si è inserito in un contesto più ampio di riflessioni sulla storia americana e sulla sua rappresentazione nel cinema.
Thompson ha evocato il clima surreale durante le riprese di *Primary Colors*, quando lo scandalo Clinton-Lewinsky irruppe nella sfera pubblica, trasformando il film in un’istantanea di un’epoca.
La sua osservazione, apparentemente leggera – “Oh, se solo avessimo un bello scandalo sessuale oggi.
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” – ha rivelato una malinconia sottile, forse una critica velata verso un presente percepito come privo della drammaticità, e forse anche dell’imprevedibilità, di un passato così recente.
Più che un semplice racconto di eventi, l’aneddoto ha offerto uno spaccato sulla natura del celebrità e sulla sua capacità di confondere i confini tra realtà e finzione.
L’incontro inatteso con Trump, pur breve e apparentemente insignificante, si è rivelato un simbolo di un’epoca in cui la politica e lo spettacolo si intrecciano in modo sempre più inestricabile, creando un terreno fertile per l’ironia e l’autoironia.
La capacità di Emma Thompson di trasformare un momento così particolare in un racconto umoristico e perspicace ha ulteriormente consolidato la sua posizione di icona culturale, un’artista capace di illuminare le ombre della storia con la luce dell’ingegno e della sagacia.