Enzo Jannacci: un nome, un universo.
Più che un artista, un costrutto culturale capace di ridefinire i confini tra musica, teatro, poesia e osservazione acuta della realtà.
Il documentario “Enzo Jannacci – Vengo anch’io”, diretto da Giorgio Verdelli e premiato con riconoscimenti prestigiosi come i David di Donatello e i Nastri d’Argento, offre uno sguardo inedito e profondamente intimo sulla figura di questo gigante della scena italiana.
Il film non si limita a ricostruire la cronologia della sua carriera, ma si immerge nell’essenza dell’uomo Jannacci, esplorando la sua capacità di fondere l’ironia pungente con una malinconia sottile, la leggerezza apparente con una profondità emotiva disarmante.
Attraverso un accurato lavoro di montaggio e l’utilizzo di materiale di archivio, spesso inedito, il documentario ricrea l’atmosfera di una Milano senza tempo, un palcoscenico ideale per raccontare le storie di chi vive ai margini, degli esclusi, di coloro che spesso non trovano voce nella narrazione dominante.
La narrazione, affidata direttamente alla voce di Jannacci, tratteggiata attraverso un’intervista del 2005, è arricchita dalle testimonianze di una galleria di artisti che hanno condiviso con lui percorsi e battaglie.
Vasco Rossi, Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Paolo Conte, Roberto Vecchioni, J-Ax, Claudio Bisio, e molti altri, offrono aneddoti e ricordi che illuminano aspetti inediti della sua personalità e del suo lavoro.
Il racconto assume una connotazione particolarmente commovente con la partecipazione del figlio Paolo, che al pianoforte del padre ripercorre un sodalizio artistico lungo e profondo, offrendo una prospettiva intima e struggente.
“Enzo Jannacci – Vengo anch’io” trascende la mera biografia, proponendosi come un’analisi della sua poetica unica, un’esplorazione della sua abilità nel trasformare l’ordinario in straordinario.
È la storia di un artista che ha saputo parlare a tutti, senza mai piegarsi a compromessi, comunicando attraverso un sorriso enigmatico, capace di suscitare risate e lacrime, rivelando la complessità dell’animo umano e la bellezza nascosta nelle pieghe della quotidianità.
Il documentario è un omaggio sentito e appassionato a un autore che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana, un vero e proprio patrimonio da custodire e tramandare.




