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sabato 25 Ottobre 2025

Erano tutti miei figli: Riflessioni sulla famiglia e la memoria al Teatro Elfo

La stagione del Teatro Elfo si inaugura il 21 ottobre con una rilettura intensa e profondamente attuale di “Erano tutti miei figli” di Arthur Miller, affidata alla direzione artistica e all’interpretazione di Elio De Capitani, affiancato da un cast di talento che include Cristina Crippa e Angelo Di Genio.
A distanza di dodici anni dalla memorabile rappresentazione de “Morte di un commesso viaggiatore”, De Capitani ritorna a esplorare l’universo milleriano, offrendo uno spettacolo che trascende il mero intrattenimento per interrogare il pubblico su temi di responsabilità, memoria e legami familiari.
L’opera, ambientata nell’America del dopoguerra, un periodo di ricostruzione materiale ma anche di profonda crisi morale e sociale, sonda le dinamiche complesse e spesso dolorose che si instaurano tra genitori e figli.
Miller, con la sua abilità ineguagliabile, ci pone di fronte al dilemma etico dell’individuo, costretto a confrontarsi con le conseguenze delle proprie azioni e con il peso delle tragedie storiche che plasmano il suo presente e il futuro delle generazioni a venire.

“Erano tutti miei figli” si propone come un’esperienza teatrale capace di risuonare nel quotidiano degli spettatori, stimolando una riflessione profonda sulla nostra identità e sul nostro rapporto con il passato.
La scenografia di Carlo Sala contribuisce in maniera determinante a creare l’atmosfera suggestiva e carica di tensione che caratterizza lo spettacolo.

La casa borghese della famiglia Keller non è semplicemente un luogo fisico, ma un palcoscenico simbolico, un patio circondato da un bosco fitto che racchiude un’ambiguità tra interno ed esterno, intimità e segretezza.
Questa ambientazione scenica sottolinea la fragilità dell’apparenza e la presenza incombente di verità nascoste, pronte a emergere e a sconvolgere l’equilibrio precario della famiglia.

La trama si sviluppa attorno alla figura di Joe Keller, un uomo apparentemente prospero e rispettato, e di sua moglie Kate, tormentata dal dolore per la perdita del figlio maggiore, Larry, disperso in guerra.
Chris, il secondogenito, rientrato a casa dopo aver subito orrori indicibili, aspira a una vita serena e immagina un futuro insieme ad Ann, la fidanzata di Larry.

Tuttavia, dietro la facciata di normalità si celano bugie e silenzi che hanno radici profonde e che minacciano di distruggere il fragile equilibrio della famiglia.

Lo spettacolo ci invita a interrogarci sul prezzo della prosperità, sulla facilità con cui si può sacrificare la verità in nome dell’interesse personale e sulla responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni future.
La perdita di Larry non è solo un lutto familiare, ma il simbolo di un’innocenza perduta, di un ideale tradito che continua a perseguitare i vivi.

L’opera, dunque, si configura come un dramma universale sulla colpa, il perdono e la ricerca della redenzione.

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