venerdì 12 Settembre 2025
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Ghali e la scuola: un percorso di crescita e un nuovo inizio

Riflettendo sulla mia stessa esperienza scolastica, l’immagine di un istituto frammentato, popolato da poche presenze di diverse origini, contrasta profondamente con la ricchezza multiculturale che oggi permea il tessuto scolastico.
L’incontro di Ghali con gli studenti dell’istituto Iqbal Masih, nel suo quartiere di Baggio, a Milano, è un’occasione potente per sottolineare quanto sia un privilegio la presenza di una così ampia varietà di background culturali.
Ricordo ancora la scuola come un luogo a tratti problematico, ma presto compresi il valore inestimabile dell’istruzione.

È un diritto negato a molti bambini nel mondo, un desiderio concreto per innumerevoli famiglie che farebbero qualsiasi cosa per garantire ai propri figli l’opportunità di apprendere.
La scuola non è solo un luogo di trasmissione di conoscenze, ma un vero e proprio laboratorio di vita, dove si interiorizzano valori fondamentali come il sacrificio, l’impegno e la perseveranza.
L’istruzione, in fondo, è un motore di crescita personale.
Ci fornisce gli strumenti per affrontare le sfide, sviluppa il pensiero critico e affina le capacità relazionali, competenze che ci accompagneranno per tutta la vita.

E, spesso, le dinamiche di classe, quelle interazioni inaspettate, generano legami profondi e duraturi.

Ricordo con affetto amicizie nate in classe, connessioni che non avrei mai immaginato, un dono prezioso che solo l’ambiente scolastico può offrire.

L’esperienza educativa è una tessitura complessa di relazioni, esperienze e apprendimenti.

Un luogo dove si forgia l’identità, si mettono alla prova le proprie convinzioni e si impara a convivere con la diversità, una competenza cruciale nel mondo globalizzato in cui viviamo.
L’annuncio del “Gran Teatro di Ghali”, un evento conclusivo di un capitolo e l’inizio di un nuovo percorso artistico, si configura come un’estensione di questa riflessione.
Il concerto, concepito come una “sorpresa” per il pubblico, in una città carica di significato per l’artista, non è un semplice spettacolo, ma un preludio a una nuova stagione creativa, un assaggio del disco che arriverà nel 2026.
Si prospetta un’esperienza innovativa, un viaggio sonoro e visivo che promette di trasmettere un nuovo immaginario, un nuovo modo di raccontare storie e di interpretare il mondo.

Un’opera che, inevitabilmente, sarà permeata delle lezioni apprese nel percorso di crescita, personale e artistico, che lo ha portato fin qui.

Il teatro, in questo senso, diventa metafora di un nuovo inizio, di un palcoscenico su cui proiettare sogni e aspirazioni, un luogo di incontro tra l’artista e il suo pubblico, un’occasione per condividere emozioni e riflessioni.

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