La città di Milano, e con essa l’Italia intera, si è riversata a ondate di cordoglio per celebrare la scomparsa di Giorgio Armani, un’icona indiscussa del Made in Italy e figura chiave nel panorama culturale e imprenditoriale del nostro Paese.
La camera ardente, allestita con sobria eleganza nell’Armani/Teatro di via Bergognone, ha accolto ieri oltre seimila persone e oggi, a partire dalle prime ore del mattino, una nuova, interminata fila si è formata, testimoniando la portata del vuoto lasciato da un uomo che ha saputo interpretare e definire un’epoca.
Non si tratta semplicemente di un addio a un stilista, ma al congedo da un architetto di sogni, da un narratore di storie attraverso la moda, da un uomo che ha saputo trasformare l’eleganza in un’arte, il lusso in un’esperienza e l’ambizione in un modello di successo.
La presenza di figure di spicco, provenienti dal mondo della musica, dell’imprenditoria e della politica, sottolinea la sua influenza trasversale.
Il compositore Ludovico Einaudi, il cui brano delicato e malinconico ha accompagnato il feretro, ha contribuito a creare un’atmosfera di profonda commozione, accentuando il senso di perdita.
La presenza di personalità come Luisa Lusardi, di Max Mara, e di Enrico Lo Verso, leader di importanti aziende, evoca un legame profondo con il tessuto imprenditoriale italiano.
Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, ha espresso con parole sentite l’importanza di Armani come eccellenza regionale e come figura ispiratrice per le generazioni future.
Il suo omaggio, e la promessa di una commemorazione ufficiale da parte del Consiglio Regionale, evidenzia come la sua figura abbia superato il confine del mondo della moda per incarnare un valore imprescindibile per la Lombardia e per l’Italia.
Armani non fu solo un creatore di abiti, ma un costruttore di un immaginario, un profeta dell’eleganza senza tempo, capace di reinterpretare la tradizione con uno sguardo moderno e sofisticato.
La sua scomparsa rappresenta la fine di un’era, ma anche l’invito a perpetuare il suo spirito innovativo e la sua visione del bello, valori che hanno contribuito a plasmare l’identità del nostro Paese nel mondo.
La lunga coda di persone che attendono per l’ultimo saluto è un tributo commosso a un uomo che, con il suo talento e la sua determinazione, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte e dell’imprenditoria italiana.