L’imponente presenza della giraffa di Rothschild, ultima aggiunta alla suggestiva trilogia inaugurata dall’elefante namibiano e dalla maestosa balenottera azzurra, accoglie ora i visitatori di Triennale Milano.
Quest’opera monumentale di Jacopo Allegrucci, parte integrante della serie “La fragilità del futuro”, rappresenta un capitolo cruciale nell’ambito della 24ª Esposizione Internazionale Inequalities, un percorso artistico che interroga con forza le dinamiche di disuguaglianza che investono il nostro pianeta.
La giraffa, con la sua altezza e la sua eleganza, si erge a simbolo di un’umanità in bilico tra aspirazione e precarietà.
L’artista, attraverso la scelta di specie animali emblematiche, ma vulnerabili, non intende semplicemente celebrare la biodiversità, bensì innescare una riflessione complessa sulla nostra responsabilità nei confronti del mondo naturale.
Ogni animale, un monito silenzioso, rispecchia la fragilità dell’ecosistema globale e la transitorietà dell’esistenza.
La tecnica impiegata, la cartapesta, amplifica ulteriormente questo senso di precarietà.
Un materiale effimero, costruito con elementi semplici e facilmente alterabili, diventa metafora della vulnerabilità intrinseca alla vita, sia essa animale, vegetale o umana.
La distruzione della balenottera azzurra, compiuta in un atto vandalico, ha tragicamente sottolineato questa fragilità, segnando profondamente l’esposizione e innescando un dibattito sull’importanza della tutela del patrimonio artistico e, più ampiamente, del bene comune.
La collocazione degli animali – l’elefante destinato a trovare nuova dimora nel Giardino di Triennale, in attesa di ricongiungersi agli altri al termine dell’esposizione – suggerisce un percorso, un viaggio attraverso i temi centrali dell’Inequalities: la consapevolezza, la perdita, la speranza.
L’intera serie, fruibile fino al 9 novembre 2025, si configura come un’urgente chiamata alla responsabilità, un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la natura e con le generazioni future, prima che la fragilità del futuro si trasformi in una realtà ineluttabile.
L’opera di Allegrucci non è solo scultura, è un’eco potente che risuona nel cuore di un’epoca segnata da accelerazioni ambientali e sociali che esigono un cambio di rotta.