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lunedì, 19 Maggio 2025
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La lotta per la propria libertà: un film sulle identità queer e culturali al Festival di Cannes.

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La lotta interiore di Fatima è uno scontro silenzioso contro la propria esistenza. La sua religione la condanna come un crimine, ma non può respingere il destino che si presenta all’orizzonte. Le sue origini algerine e musulmane le impongono una vita di sacrificio e preghiera, ma la sua anima è tormentata dalla consapevolezza di essere lesbica. Il suo amore per la giovane infermiera coreana è un peso insopportabile che la mette a confronto con la propria fede.Il film “La Petite Derniere” di Hafsia Herzi è una riflessione profonda sulla condizione queer e sull’identità culturale. Attraverso la storia di Fatima, l’attrice regista esplora il mondo complesso della seconda generazione, dove i conflitti tra tradizione e modernità sono sempre presenti.La performance di Nadia Melliti è impressionante, capace di catturare la sofferenza interiore di Fatima con un’espressione silenziosa. Il rapporto tra le due protagoniste femminili è carico di emozioni, dal primo impeto d’amore alla delusione e al dolore.La scena in cui l’Imam spiega a Fatima che essere omosessuali non è permesso da nessuna religione è un momento cruciale nel film. È un punto di svolta per la protagonista, che deve affrontare il conflitto tra la sua fede e le sue inclinazioni sessuali.Il film conclude con Fatima che si ritrova a dover scegliere tra la propria identità e la tradizione della famiglia. È un messaggio forte e potente che invita a riflettere sulla nostra stessa identità e sulle nostre scelte. La Petite Derniere è un film che ci fa pensare, che ci fa sentire il peso del silenzio e la lotta per la propria libertà.Nel concorso di Cannes, la regista Hafsia Herzi è in competizione con sette altri titoli tra cui Alpha di Julia Ducorneau, Romeria della catalana Carla Simon, Renoir della giapponese Chie Hajakawa e Die my love dell’inglese Lynne Ramsay.Insieme a “La Petite Derniere”, queste opere rappresentano un cambiamento significativo nella svolta per la parità di genere al cinema. La presenza di registri donne è sempre più numerosa nei festival e nelle sale, un segno importante che l’industria cinematografica sta iniziando a prestare maggiore attenzione alle storie femminili.Le storie di traumi, autodeterminazione e riscatto sono presenti in tutte queste opere, una riflessione profonda sulle esperienze delle donne. Da “La Chronologie de l’eau” della hollywoodiana Kristen Stewart a “Eleonor the great” di Scarlett Johannson, le registrazioni donne stanno cambiando il volto del cinema e presentano aispettatori nuovi punti di vista che sono affascinanti per la loro capacità di farci pensare.La svolta per la parità di genere al cinema è un cambiamento importante e in arrivo. La presenza delle registrazioni donne è più numerosa dei festival e nelle sale, un segno positivo dell’industria cinematografica che sta cambiando. Le storie delle donne stanno prendendo il posto, presentano i nuovi punti di vista che sono affascinanti per la loro capacità di farci pensare.

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