La casa: un concetto plurimo che travalica il semplice spazio fisico, diventando invece una costruzione sociale e un confine fragile tra l’inclusione e l’esclusione. Una questione di appartenenza che rischia di trasformarsi in segregazione, dove chi non è riconosciuto come parte della comunità è facilmente espulso al margine.Il Padiglione Rom e Sinti alla 24a Esposizione Internazionale della Triennale di Milano si propone come uno spazio di memoria e resistenza, un luogo dove sperimentare una nuova forma di convivenza che sia basata sull’uguaglianza e l’inclusione. La mostra “Motherland Otherland”, ideata da Dijana Pavlovic e Hanna Heilborn, intende trasformare il concetto di casa in qualcosa di più profondo e significativo.Attraverso la visione di sei artisti Rom e Sinti internazionali – Małgorzata Mirga-Tas (Polonia), Sead Kazanxhiu (Albania), Luna De Rosa, Noèll Maggini, Miguel Fiorello Lebbiati (Italia) e Béla Váradi (Ungheria/Regno Unito – “Motherland Otherland” si propone di trasformare l’inferiorità della condizione Rom in un segnale di speranza per il futuro. I loro lavori, infatti, rappresentano un invito a riconsiderare la nostra idea di appartenenza e identità, mettendo in evidenza come la discriminazione sia una costruzione sociale e non qualcosa di naturale.Il rom è l’altro necessario per definire i confini dell’appartenenza, il simbolo dell’inferiorità che serve solo a confermare la propria superiorità. Il riconoscimento di questa dinamica è cruciale per poter sconfiggere le barriere e costruire una società più inclusiva.La mostra “Motherland Otherland” è anche un atto politico, una richiesta forte ma rispettosa che si rivolge alla città di Milano, chiedendo di riconoscere i diritti dei Rom e Sinti. È la seconda volta nella storia della Triennale di Milano che la bandiera della Nazione Rom e Sinti viene issata non solo come simbolo di riconoscimento ma anche come atto politico culturale.In questo senso, la mostra “Motherland Otherland” si propone come un’opportunità per riflettere sul ruolo che ogni membro della società può giocare nella costruzione di una città più inclusiva. È un invito a guardare al futuro con speranza e determinazione, riconoscendo i diritti dei Rom e Sinti come parte integrante dell’identità milanese.In conclusione, la mostra “Motherland Otherland” rappresenta un passo importante nella costruzione di una società più inclusiva e giusta. È un invito a riflettere sul significato della casa e sull’appartenenza, chiedendo di riconsiderare il modo in cui viviamo insieme, con attenzione e rispetto per le differenze tra i membri della nostra comunità.
La mostra Motherland Otherland: convivenza uguale per una società più inclusiva.
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