La scena si accende come un fulmine sulla Croisette: l’onorevole palma d’oro onoraria che cade dalle mani di Leonardo DiCaprio, le lacrime di Robert De Niro e il battito del suo cuore che sembra galoppare dentro la sala. La platea si alza in piedi per applaudire, non solo l’attore emozionato, ma anche l’esempio supremo di un’arte capace di superare i secoli. Lui è stato il mito assoluto che ci ha resi grandi, il nostro idolo per una intera generazione e oltre, la stella polare per i film da guardare di sera tra due tazze di caffè.L’eco delle quattro standing ovation si diffonde nella sala unica al mondo, come l’immensa voce del pubblico che urla il suo amore per De Niro, che ha scolpito la nostra epoca con il suo canto immortale. Quattro minuti, trentadue secondi e novanta millesimi per incantare gli applausi in piedi di un’intera nazione cinematografica. E allora lui sale sul palco, visibilmente commosso, pronto a fare il suo discorso, ma non riusciamo a smettere d’ascoltare i suoi battiti. È come se la sua anima cantasse in noi e gli applausi di tutta quella gente si mescolassero al battere del cuore che ci spinge a lottare per difendere l’arte, il cinema e la libertà.La Palma d’Oro onoraria cade dalle sue mani quando ricorda i 50 anni di carriera da attore che l’hanno reso un modello di generazione. Ricorda quella prima volta nel ’73 con Taxi Driver, l’ultima in cui è apparsa sulla Croisette nel 2023 e poi si perde daccapo nella storia del cinema con Killers of the flower moon, ma sempre assieme a Scorsese e DiCaprio. Si abbraccia Leonardo come un padre, luccicano gli occhi a tutti e due e guardano in piedi la platea che s’inchina alla leggenda.L’arte cerca la libertà e la crea in noi, uniti nella diversità, perciò è il nostro strumento contro le dittature. E se l’uomo dietro il trono decide di tagliare i fondi per l’istruzione superiore, la cultura, si abbraccia con passione e determinazione. È il momento che gli amanti della libertà si organizzino per protestare e votare.L’impegno politico e militanza artistica si incarna in questo primo giorno del festival di Cannes, ricordando l’eco delle parole di Laurent Laffitte: “Il cinema deve essere una lancia viva contro la disuguaglianza che si sta diffondendo sempre più”.Ma ciò non è nuovo per i protagonisti della serata. Juliette Binoche, presidente del giuria ricorda il dramma degli ostaggi e la tragedia di Fatima Hassouna. L’eco delle loro voci in questo primo giorno del festival si mescola con le note di Mylane Farmer che cantano la memoria della fotoreporter assassinata. E così come l’appello di oltre 400 personalità del cinema mondiale, da Pedro Almodovar a Richard Gere, chiede al festival di rompere il silenzio per la tragedia che si sta consumando a Gaza.La sospensione della pace e dei diritti umani è un fatto che non sfiora la platea di stelle accorse a Cannes. La voce del presidente di giuria dice che c’è bisogno di cambiare rotta contro l’immanenza di questa tempesta che ci minaccia tutti: guerra, povertà e catastrofe climatica.E così il festival di Cannes inizia con lo strillo scanzonato e divertito di Quentin Tarantino: apertoooo! L’urlo della sua voce si mescola con le note della musica, mentre la pellicola fuori concorso Partir un jour di Amelie Bonnin si proietta all’interno dell’enorme sala affollata di stelle che ricordano lo scomparso David Lynch.