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La Tomba delle Olimpiadi a Milano: un tesoro etrusco per i Giochi 2026

La Tomba delle Olimpiadi, un gioiello della pittura tombali etrusca, ha compiuto un viaggio straordinario, abbandonando per la prima volta il suo custode, il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, per dialogare con la contemporaneità.
Questa eccezionale presenza alla mostra “I Giochi Olimpici.
Una storia lunga tremila anni”, ospitata presso la Fondazione Luigi Rovati a Milano, celebra il legame ancestrale tra la cultura etrusca e l’ideale olimpico, in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026.
La mostra, frutto di una coproduzione prestigiosa con il Museo Olimpico e il Musée cantonal d’archéologie et d’histoire di Losanna, incarna il desiderio di tessere un ponte tra epoche distanti, rivelando come la competizione atletica, pur con le sue trasformazioni, affonda le radici in un immaginario collettivo che attraversa i millenni.

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La visione della presidente della Fondazione Luigi Rovati, Giovanna Forlanelli, ha voluto materializzare questo sogno, portando a Milano un’opera che rappresenta un capitolo fondamentale nella storia dell’arte e dello sport.

La Tomba delle Olimpiadi, scoperta nel 1958 grazie all’impegno della Fondazione Lerici del Politecnico di Milano, si rivelò un tesoro inatteso, anticipando l’entusiasmo per i Giochi di Roma del 1960.

Databile tra il 530 e il 520 a.
C.
, la tomba offre un affascinante spaccato della società etrusca, attraverso le scene sportive che animano le sue pareti.
Queste immagini, realizzate da una bottega di pittori di origine greco-orientale, non si limitano a documentare le competizioni, ma ne evocano l’atmosfera, i valori, le emozioni.

Il direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, Vincenzo Bellelli, sottolinea l’importanza iconografica della Tomba delle Olimpiadi come testimonianza della pratica dei giochi atletici presso le popolazioni etrusche e italiche.
La sua scoperta, avvenuta con una tecnica all’avanguardia per l’epoca, – l’impiego di una sonda per l’esplorazione delle camere sotterranee – ha posto una sfida cruciale: la conservazione dei dipinti, riconosciuti nel 2004 come patrimonio dell’UNESCO, mantenendo intatta la loro fragilità e il loro significato storico.

L’esposizione a Milano rappresenta, quindi, un’occasione unica per un pubblico ampio di apprezzare un’eredità culturale di inestimabile valore, un frammento di storia che parla di passione, competizione e l’eterna ricerca dell’eccellenza umana.

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