lunedì 4 Agosto 2025
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Locarno: il diritto di sbagliare, un cinema libero e necessario.

Il diritto di sbagliare, di produrre opere cinematografiche imperfette, rappresenta una peculiarità distintiva delle democrazie, un privilegio che va oltre la mera capacità di creare intrattenimento.

Questa riflessione, accennata con acume dal direttore artistico del Festival di Locarno, Giona A.
Nazzaro, apre un dibattito cruciale sull’utilizzo dei finanziamenti pubblici al cinema e sulla necessità di una revisione costruttiva del sistema attuale.

La produzione cinematografica, intrinsecamente complessa e costosa, non può essere relegata a mero calcolo di ritorno sull’investimento.

In un contesto democratico, il cinema deve aspirare a promuovere il bene collettivo, a stimolare il dibattito culturale e a documentare la realtà, anche quando questa si presenta scomoda o esteticamente discutibile.
La presenza di opere di qualità inferiore, lungi dall’essere un segno di debolezza, testimonia la vitalità di un ecosistema creativo libero da censure e da logiche puramente commerciali.

Naturalmente, l’auspicio di generare esclusivamente capolavori è legittimo, ma impraticabile.
Senza il sostegno pubblico, il mercato imponebbe una selezione spietata, favorendo i prodotti più facilmente vendibili e penalizzando le opere sperimentali, quelle che affrontano temi scomodi o che provengono da voci marginali.
Il sistema attuale, pur con i suoi difetti, garantisce la sopravvivenza di una diversità di espressioni artistiche che altrimenti rischierebbero di scomparire.
Un intervento correttivo, focalizzato sulla trasparenza dei conti e su criteri di finanziamento più mirati, è auspicabile, ma non deve mettere in discussione il principio fondamentale del sostegno pubblico al cinema, al teatro e alla danza.

Il Festival di Locarno, con la sua 78a edizione, si propone di incarnare questa visione, offrendo un programma che riflette le inquietudini e le contraddizioni del nostro tempo.

L’emergenza di conflitti dimenticati, la ripresa di dinamiche che credevamo superate, richiedono un approccio cinematografico che vada oltre la superficialità delle immagini patinate.

La scelta di opere come ‘With Hasan in Gaza’ di Kamal Aljafari, che offre una prospettiva intima e umana sulla tragedia palestinese, o l’attenzione riservata alla società libanese Abbout, dimostrano un impegno a raccontare storie scomode e a dare voce a realtà spesso ignorate.

La presenza di ‘Le bambine’ di Valentina e Nicole Bertani nel concorso internazionale sottolinea l’importanza di esplorare tematiche complesse con sensibilità e coraggio.

In definitiva, il Festival di Locarno si conferma un luogo di incontro tra culture diverse, un laboratorio di idee e un osservatorio privilegiato sul cinema contemporaneo, un’istituzione che celebra la libertà creativa e promuove un cinema capace di interrogarci e di commuoverci, un cinema che, anche quando sbaglia, ci rende un po’ più umani.

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