Il Circolo Magnolia di Milano si appresta a ospitare un evento che celebra l’eredità indelebile dei Ramones, con Marky Ramone, l’instancabile batterista e ultimo membro sopravvissuto del gruppo che ha rivoluzionato il panorama musicale, pronto a salire sul palco con la sua formazione, Marky Ramone’s Blitzkrieg. Il nome stesso, un omaggio a “Blitzkrieg Pop”, uno dei loro brani più iconici, anticipa l’energia travolgente che caratterizza l’esibizione.La serata sarà un viaggio intensivo attraverso l’immensa discografia dei Ramones, un percorso sonoro che spazia da energici classici come “Do You Wanna Dance” a brani più oscuri e potenti come “Pet Sematary” e “Sheena is a Punk Rocker”, culminando nell’irresistibile carica di “I Wanna Be Sedated”, un successo che ha raggiunto vette inaspettate durante la pandemia, attestando la persistente vitalità della loro musica.È un paradosso affascinante: la scomparsa dei Ramones, avvenuta nel 1996, non ha segnato la fine del loro impatto, bensì ne ha amplificato la risonanza. Come sottolinea Mark Steven Bell, alias Marky Ramone, “Vendiamo più dischi oggi che quando sono stati pubblicati originariamente.” Questa longevità testimonia una connessione profonda con il pubblico, una preferenza per il contatto diretto con i fan e la gioia genuina condivisa sul palco.L’importanza dei Ramones trascende i numeri di vendita; è sancita da riconoscimenti prestigiosi e dall’influenza innegabile che hanno esercitato su generazioni di musicisti. L’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, con il discorso commovente tenuto da Eddie Vedder dei Pearl Jam, è una testimonianza eloquente del loro impatto culturale. Artisti come i Green Day, gli Offsprings e icone come Metallica, U2, Red Hot Chili Peppers, Thom Yorke dei Radiohead, Tom Waits, i Kiss, hanno reso omaggio alla band attraverso la partecipazione all’album tributo “Happy Family”, un sigillo di approvazione che sottolinea la loro posizione di pilastri della storia del rock.Marky Ramone descrive il successo dei Ramones come il frutto di un legame fraterno, un’unità di intenti che si traduceva in un’energia palpabile sul palco. “Eravamo una famiglia, come i Beatles,” afferma, “e cercavo ancora oggi quel senso di appartenenza in altri gruppi.” L’originalità, secondo Marky, è la chiave per distinguersi in un panorama musicale saturo di imitazioni. La sua critica alle nuove generazioni di artisti, che sembrano incapaci di creare qualcosa di veramente nuovo, è un appello alla riscoperta della propria identità musicale.L’esibizione al Circolo Magnolia si preannuncia come un ritorno alle origini, un’esperienza musicale autentica e priva di artifici. “Siamo solo noi,” dichiara Marky, “perché la musica è la cosa più importante.” Questa filosofia si riflette nel rigore del tour, con circa settantina di date all’anno, che gli consentono di mantenere un contatto diretto con il pubblico. Al di là del palco, Marky trova rifugio tra la sua casa di New York e la sua residenza toscana, dedicandosi a progetti musicali inaspettati come la reinterpretazione in chiave punk di classici crooner come Frank Sinatra, un’idea che potrebbe sfociare in un album di inediti.
Marky Ramone a Milano: una notte tra punk e ricordi
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