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Milano 1796: Amore e Rivoluzione nell’ultimo romanzo di Lomartire

Milano, 1796.
Una città in transizione, sospesa tra l’eredità razionale dell’Illuminismo e l’irruzione passionale del Romanticismo, fa da scenografia a *E d’indomato amor*, l’ultimo romanzo di Carlo Maria Lomartire.

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Lungi dall’essere una semplice narrazione storica, l’opera si configura come un affresco vivido e corale, un’immersione profonda in un’epoca di sconvolgimenti politici, sociali e intellettuali, segnata dall’imponente presenza di Napoleone.
Lomartire, giornalista e autore di spessore, non si limita a ripercorrere eventi noti, ma ne scruta le pieghe, dando voce a figure, sia reali che frutto della sua immaginazione, che incarnano le tensioni e le aspirazioni di un’intera generazione.

Il romanzo, presentato in anteprima nell’ambito di BookCity, si rivela un viaggio nel tempo, un’esplorazione delle dinamiche umane e delle correnti di pensiero che hanno plasmato l’identità milanese e italiana.
Al centro della narrazione troviamo Luigi Airoldi, giovane tipografo patriota, erede dell’arte del padre, e la sua tormentata relazione con Elena, una donna intrappolata in un matrimonio infelice, figlia di un’aristocrazia in declino.
La loro storia d’amore, appassionata e proibita, si intreccia con le vicende di un’epoca di rivoluzioni, dove il destino individuale si fa specchio dei grandi cambiamenti politici.
Ma *E d’indomato amor* è molto più di una storia d’amore.

Il romanzo dipinge un quadro complesso e articolato del panorama culturale milanese, dando spazio a voci autorevoli come quelle di Carlo Porta, Giuseppe Parini, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, figure che animano salotti letterari e dibattiti politici, contribuendo a definire un nuovo immaginario collettivo.
Non mancano figure di spicco come Cesare Beccaria, il cui pensiero garantista risuona come un faro di speranza in un’epoca di oppressione, e un giovane Alessandro Manzoni, destinato a diventare uno dei più grandi scrittori italiani.
Lomartire, con maestria narrativa, evoca un’atmosfera densa di mistero e di passione, tra duelli all’ultimo sangue, bische clandestine che pulsano di segreti, e salotti letterari dove si tramano complotti.
Milano, capitale effimera di stati sotto il controllo francese, si rivela un crocevia di influenze e di ideologie, prefigurando la futura identità europea.

Il romanzo, quindi, non è solo un omaggio al passato, ma anche una riflessione sul presente, invitando il lettore a interrogarsi sul rapporto tra potere, amore, libertà e identità culturale.
La ricchezza di dettagli storici, la profondità dei personaggi e la capacità di cogliere le sfumature emotive rendono *E d’indomato amor* un’opera di grande valore letterario, capace di appassionare e di far riflettere.

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