L’importanza del rispetto femminile nella musica e nella vita: il pensiero di MogolIn un’epoca segnata da un dibattito sempre più acceso sulla rappresentazione femminile, la voce di Mogol, autore e compositore di ineguibile talento, risuona con una lucidità e una profondità rare.
Celebrato durante l’evento “Sulle ali di un sogno: Mogol racconta Battisti”, dedicato al venticinquesimo anniversario di Frimm e a sostegno dell’impegno della Croce Rossa Italiana contro la violenza sulle donne, il cantautore novantenne ha offerto spunti di riflessione che vanno ben oltre la semplice celebrazione di una carriera leggendaria.
Mogol ha espresso una visione ferma e incrollabile: il rispetto per la donna è un imperativo morale, un pilastro fondamentale per una società evoluta.
Contrariamente a una certa tendenza nella musica contemporanea che, a suo avviso, manca di rispetto verso la figura femminile, egli sottolinea come la donna rappresenti una forza primigenia, un elemento imprescindibile per la perpetuazione della specie, un ruolo biologico che le conferisce una dignità intrinseca.
L’evento, arricchito dall’interpretazione di Gianmarco Carroccia e della sua orchestra, ha visto la riproposizione di alcuni dei più iconici successi di Battisti, accompagnati dai racconti e dalle riflessioni di Mogol.
Aneddoti sulla genesi di brani come “Emozioni”, un’opera nata da un’ispirazione improvvisa e poi sviluppata durante un viaggio in auto con la famiglia, hanno illuminato il processo creativo e l’importanza dell’osservazione attenta della realtà circostante.
Tuttavia, il cuore pulsante dell’evento è stato il suo commento sulla situazione attuale, un monito contro la superficialità e la mancanza di rispetto che, a suo dire, permeano alcuni ambiti della cultura popolare.
Mogol non ha esitato a denunciare la gravità del fenomeno del femminicidio, un’indicazione della profonda crisi di valori che affligge la nostra società.
La recente canzone scritta in collaborazione con Giusy Ferreri, dedicata a una vittima di femminicidio, testimonia il suo impegno concreto nella lotta contro la violenza di genere.
Con una franchezza disarmante, Mogol ha individuato le radici del problema nella fragilità e nella vigliaccheria di alcuni uomini, incapaci di affrontare la vita in modo costruttivo e dipendenti emotivamente dalla presenza femminile.
Egli esorta gli uomini a emulare i valori e il rispetto trasmessi dai padri, a coltivare una visione matura e responsabile del rapporto con la donna.
Infine, Mogol si è soffermato su una polemica locale, riguardante la proposta di intitolare una via a Lucio Battisti a Molteno, luogo in cui il cantautore ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.
Con un misto di stupore e indignazione, il compositore ha sottolineato l’assurdità di negare un simile omaggio a una figura così significativa per la cultura e la musica italiana, soprattutto in confronto alle innumerevoli vie dedicate a persone sconosciute.
Questo episodio, a suo dire, rivela una mancanza di sensibilità e una profonda ingratitudine verso chi ha contribuito a definire l’identità culturale del Paese.
In conclusione, l’intervento di Mogol non è stato solo un viaggio nella memoria di una straordinaria carriera artistica, ma anche un appello appassionato alla responsabilità individuale e collettiva, un invito a riscoprire il valore del rispetto, dell’empatia e della dignità umana.








