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lunedì 3 Novembre 2025

Palazzo Te: Rinasce il Soffitto della Camera d’Amore e Psiche

Il soffitto della Camera di Amore e Psiche a Palazzo Te, un capolavoro di Giulio Romano e della sua bottega realizzato tra il 1526 e il 1528, ha recentemente riacquistato la sua vibrante bellezza grazie a un accurato restauro conservativo.

Quest’intervento, promosso dalla Fondazione Palazzo Te e sostenuto dalla Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus, non si configura come un mero atto di manutenzione, bensì come un tassello cruciale all’interno di un più ampio progetto celebrativo del Cinquecentenario del palazzo, un’occasione per rinsaldare il legame tra patrimonio culturale e comunità.

Il direttore Stefano Baia Curioni ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca in un programma più ampio di conservazione programmata, che coniuga la salvaguardia del patrimonio con l’ampliamento di una rete di collaborazioni istituzionali.
Questo approccio sottolinea la necessità di un modello di gestione del patrimonio che superi la logica del singolo intervento, abbracciando una visione a lungo termine e la condivisione delle responsabilità tra pubblico e privato.
I ringraziamenti espressi a tutte le realtà coinvolte – dalla Fondazione Sacchetti, con particolare riferimento a Diamara Parodi Delfino, alle istituzioni locali come il Comune di Mantova e la Soprintendenza – evidenziano come la rigenerazione della cultura nazionale dipenda sempre più da questo connubio virtuoso, in cui l’iniziativa privata sostiene e valorizza il bene comune.
Il restauro, condotto da Marica Negri e Isotta Lorenzini, si è focalizzato su un approccio integrato che ha considerato la complessità dei materiali costitutivi del soffitto: strutture in legno, pigmenti, stucchi.
L’obiettivo primario è stato garantire la stabilità dell’insieme nel tempo, affrontando problematiche legate alla fragilità dei materiali e all’azione dei fattori ambientali.

La pulitura, eseguita con tecniche avanzate, non si è limitata alla rimozione dello sporco superficiale, ma ha mirato a svelare la luminosità originaria delle pitture, restituendo al pubblico una percezione più autentica dell’opera di Giulio Romano.
Parallelamente, una campagna di indagini multispettrali, curata da Vincenzo Gheroldi e Sara Marazzani, ha fornito informazioni preziose sui precedenti interventi di restauro, consentendo una lettura più approfondita della storia dell’opera e una maggiore precisione nell’approccio conservativo.

Queste indagini si configurano come uno strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’opera nel tempo e per prendere decisioni informate in merito alle future azioni di conservazione.

Giovanna Zanuso, presidente della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, ha espresso con passione il suo desiderio di contribuire alla salvaguardia di questo straordinario patrimonio, augurandosi che il restauro possa rappresentare un punto di partenza per nuove ricerche e per una più ampia fruizione dell’opera da parte del pubblico.
Il suo entusiasmo testimonia l’importanza di un impegno privato che va oltre la mera filantropia, abbracciando una visione di responsabilità sociale e culturale, e aprendo nuove prospettive per la comprensione e l’apprezzamento di un bene di inestimabile valore storico e artistico.
L’iniziativa, lungi dall’essere conclusa, si propone come un invito a riflettere sul ruolo del restauro nella costruzione dell’identità culturale di una comunità.

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