Giuseppe Pellizza da Volpedo, figura cruciale del panorama artistico italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento, torna a essere protagonista di un’ampia retrospettiva a Milano.
Dopo un’unica, fondamentale monografica nel 1920, la Galleria d’Arte Moderna (GAM) dedica all’artista un percorso espositivo di notevole portata, “Pellizza da Volpedo.
I capolavori”, che riunisce un corpus di oltre quaranta opere.
L’iniziativa, co-prodotta dal Comune di Milano, dalla GAM e da Mets Percorsi d’arte, con il sostegno della Fondazione Banca Popolare di Milano e la collaborazione preziosa dei Musei Pellizza da Volpedo, mira a svelare le molteplici sfaccettature di un artista spesso ridotto alla sola icona del *Quarto Stato*.
L’esposizione, ospitata nella suggestiva cornice della Villa Reale – custode, dal 2022, del celebre *Quarto Stato* e di altri lavori significativi – non si limita a una celebrazione del suo successo più noto.
Al contrario, la curatrici Aurora Scotti e Paola Zatti, con un lavoro di ricerca approfondito, hanno ricostruito un percorso evolutivo che abbraccia il realismo, il divisionismo e, in modo più sottile, elementi di una sensibilità prossima al simbolismo.
Si tratta di un viaggio attraverso la sperimentazione tecnica, un’indagine innovativa nell’uso del colore e della luce, e un’esplorazione di tematiche che, con sorprendente attualità, riflettono le inquietudini e le aspirazioni del suo tempo.
Il percorso espositivo, distribuito tra le sale al piano terra e proseguendo al primo piano, è concepito per mettere in relazione l’opera di Pellizza da Volpedo con quella di altri artisti contemporanei come Gaetano Previati e Giovanni Segantini.
Questo dialogo, arricchito dai disegni preparatori, permette di comprendere meglio il contesto artistico e intellettuale in cui Pellizza si è mosso, e di apprezzare la sua originalità e la sua capacità di interpretare il reale con una profonda sensibilità.
L’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, sottolinea l’importanza di questa mostra come occasione per restituire al pubblico la complessità e la modernità di un autore capace di coniugare la ricerca tecnica con una riflessione profonda sulla condizione umana.
L’iniziativa si inserisce nel ricco programma dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026, testimoniando l’impegno della città nel promuovere la memoria storica e proiettare lo sguardo verso il futuro, valorizzando il proprio ruolo di centro propulsivo per l’arte e la cultura.
La mostra non è quindi solo una celebrazione di un artista, ma un’occasione per riflettere sulla storia, sull’arte e sul futuro del nostro Paese.