La Carlocinque Gallery di Milano ospita, nell’ambito di La Milanesiana 2025, un evento di notevole spessore intellettuale: la prima mostra personale italiana di Percival Everett, intitolata “Logica Predicativa”. L’esposizione, curata da Elisabetta Sgarbi e Luca Volpatti, in collaborazione con Show Gallery e Margot Ross, non si limita a presentare un corpus di opere d’arte, ma si configura come un’indagine complessa che intreccia visioni artistiche e riflessioni letterarie, un vero e proprio dialogo tra discipline.Percival Everett, figura poliedrica che coniuga l’attività di scrittore, professore di letteratura e teoria critica alla University of Southern California, e più recentemente celebrato con il prestigioso Premio Pulitzer per la narrativa nel 2025 per il suo romanzo *James* (pubblicato in Italia da La nave di Teseo), dimostra con “Logica Predicativa” come l’astrazione possa essere un potente strumento di pensiero critico, un mezzo per decostruire narrazioni dominanti e per esprimere un dissenso radicale.L’artista statunitense, noto per la sua rilettura revisionista de *Le avventure di Huckleberry Finn*, in cui attribuisce una centralità inedita al personaggio di Jim, uno schiavo, trasferisce la stessa profondità di analisi e la stessa capacità di problematizzazione nel suo linguaggio visivo. Le opere in mostra non sono esercizi di pura forma, ma stratificazioni dense di significato, costruzioni complesse che si rivelano attraverso contrappunti cromatici e geometrici.La mostra propone un percorso che invita lo spettatore a interrogarsi sulle fondamenta stesse della percezione. Everett utilizza l’astrazione non come rifugio dalla realtà, ma come lente d’ingrandimento per esaminarla più a fondo, per sondare le zone d’ombra, per rivelare le fragilità delle certezze. La forma astratta diventa così uno spazio di riflessione sull’identità, un laboratorio dove le categorie consolidate vengono messe in discussione, dove l’invisibile prende corpo, dove le voci marginalizzate trovano risonanza.“Logica Predicativa” non è semplicemente una mostra d’arte; è un’esperienza intellettuale, un’opportunità per confrontarsi con un artista che utilizza il linguaggio visivo come strumento di indagine critica e di resistenza culturale, un invito a guardare il mondo con occhi nuovi e a interrogare le narrative che lo definiscono. La mostra si presenta come un ponte tra letteratura e arte, un dialogo fecondo che arricchisce entrambe le discipline.
Percival Everett a Milano: Logica Predicativa, Arte e Letteratura a Confronto
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