La sessantacinquesima edizione del Premiolino si è aperta con un monito solenne, un ricordo commosso per i giornalisti caduti nell’esercizio del loro dovere, figure che hanno incarnato il coraggio della verità in contesti spesso pericolosi.
La menzione speciale a Viktorija Roščyna, giovane giornalista ucraina tragicamente scomparsa, ha rappresentato un simbolo del prezzo, a volte terribile, della libertà di stampa e della ricerca della verità in un’epoca segnata da conflitti e disinformazione.
La cerimonia, tenutasi al Piccolo Teatro Grassi di Milano, ha visto la presidente Chiara Beria d’Argentine sottolineare come ogni edizione del Premiolino si arricchisca di nuove voci che alimentano un pantheon di professionisti animati da una profonda etica deontologica e da un’incrollabile dedizione al servizio pubblico.
Il traguardo del sessantacinquesimo anniversario non è semplicemente un riconoscimento storico, ma una conferma della sua attualità cruciale, in un’epoca in cui le minacce alla libertà di espressione – censorship, autocensorship, propaganda, fake news – si manifestano con forme sempre più sofisticate.
I premi assegnati quest’anno hanno celebrato la varietà e la ricchezza del giornalismo italiano contemporaneo.
Sabrina Giannini, con le sue inchieste rigorose che hanno svelato le dinamiche opache dell’industria alimentare, ha incarnato la capacità di un giornalismo d’inchiesta di smuovere coscienze e di promuovere un consumo più consapevole.
Siegmund Ginzberg, con la sua scrittura elegante e acuta, ha dimostrato come l’analisi critica possa coniugarsi con la leggerezza, offrendo al lettore una prospettiva originale e illuminante su eventi complessi.
Paolo Giordano, con la sua voce autorevole e pacata, ha rappresentato un antidoto al caos informativo, offrendo al pubblico una bussola per orientarsi in un panorama mediatico spesso confuso e polarizzato.
Thomas Mackinson, con le sue inchieste precise e documentate, ha incarnato l’importanza di un giornalismo basato sui fatti, capace di resistere alle pressioni e alle distorsioni.
Luigi Manconi, nonostante le avversità personali, ha continuato a dare voce ai marginalizzati, a denunciare le ingiustizie e a difendere i diritti umani.
Anna Zafesova, con la sua capacità di analisi profonda e il suo sguardo attento, ha illuminato le complesse dinamiche geopolitiche dell’Europa orientale.
La consegna del Premio Pirelli per la Scuola, andato a Gianna Fregonara e Orsola Riva, ha sottolineato l’importanza di un giornalismo che si rivolge al mondo dell’istruzione, valorizzando il ruolo fondamentale della scuola nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili.
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli, ha evidenziato come il Premiolino rappresenti un impegno concreto nella difesa della qualità e dell’autonomia dell’informazione, e come il Premio Pirelli per la Scuola sia uno strumento per promuovere una cultura dell’educazione e della conoscenza.
L’obiettivo ultimo, per quanto ambizioso, è la costruzione di una società più giusta, inclusiva e capace di affrontare le sfide del futuro con spirito critico e senso di responsabilità condivisa.
Il giornalismo, in questa visione, non è solo un mestiere, ma una missione civile.