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Prima della Scala: ascolti a picco, futuro verdiano.

La Prima della Scala 2023, dedicata a *Lady Macbeth del distretto di Mtsensk* di Dmitrij Šostakovič, ha segnato un evento significativo nel panorama culturale italiano, pur registrando numeri d’ascolto che destano riflessioni sul rapporto tra opera, televisione e pubblico.
L’evento, trasmesso in diretta su Rai1, ha catturato l’attenzione di 1.111.000 spettatori, corrispondenti al 6,4% di share, un dato che, pur nell’ordinario dei fenomeni televisivi, contrasta con la grandezza dell’eredità e dell’impatto che la Prima della Scala rappresenta.

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La performance, resa memorabile dalla direzione magistrale di Riccardo Chailly, che ha saputo esprimere la complessità emotiva e la potenza drammatica dell’opera, ha ricevuto un’ovazione calorosa e prolungata, superiore agli undici minuti, a testimonianza del profondo coinvolgimento del pubblico presente in sala.
Questo apprezzamento, tuttavia, non ha compensato il dato di ascolto, nettamente inferiore rispetto alle edizioni precedenti.
Il confronto con *Don Carlo* del 2021, che aveva raggiunto 1.400.000 spettatori, e con il clamoroso successo di *Tosca* del 2019, con i suoi 2.850.000 spettatori, evidenzia una tendenza alla frammentazione dell’attenzione e alla crescente difficoltà di mantenere un pubblico ampio su opere complesse, in lingua originale, come quella di Šostakovič.

La scelta di Šostakovič, pur lodevole per la volontà di esplorare repertori meno battuti e di offrire al pubblico italiano un’immersione nella ricchezza della musica russa, si è rivelata forse troppo ambiziosa in termini di appeal generalizzato.
L’opera, con la sua cruda rappresentazione della psiche umana, i suoi temi cupi e la sua estetica dissonante, richiede un ascoltatore preparato e disposto a confrontarsi con una narrazione non convenzionale.
Per celebrare il cinquantesimo anniversario della trasmissione televisiva della Prima della Scala, la Rai ha annunciato un ritorno alle origini, con un’opera verdiana di ampio respiro e universalmente riconosciuta: *Otello*.

L’avvento di Myung-Whun Chung, nuovo direttore musicale, e la regia di Damiano Michieletto promettono un allestimento innovativo e coinvolgente, volto a riconnettere il pubblico con la tradizione operistica e a rilanciare l’interesse per la Prima della Scala come evento culturale di primaria importanza.
L’operazione mira a recuperare un pubblico più vasto, riscoprendo il fascino senza tempo del melodramma italiano, dopo una parentesi dedicata all’esplorazione di territori musicali più impegnativi.
Il futuro, quindi, si preannuncia come una sintesi tra la volontà di innovare e la necessità di mantenere un legame solido con il patrimonio operistico più amato.

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