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Radio Popolare: 50 anni a voce alta per Milano e l’Italia.

Mezzo secolo di onde, un’eco di voci che hanno plasmato il panorama culturale milanese e nazionale: Radio Popolare compie 50 anni, celebrando un percorso di ascolto attivo e partecipazione civile che affonda le radici nella contestazione degli anni ’70.
La festa, culminata in un corteo suggestivo dalla storica sede di via Ollearo fino alla Fabbrica del Vapore, ha visto convergere una folla variegata, un mosaico di ascoltatori provenienti da tutta la Lombardia e oltre, testimoni di un’esperienza radiofonica unica.

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La nascita di Radio Popolare, nel 1975, si configurò come una vera e propria frattura nel monolitico sistema radiotelevisivo dell’epoca, dominato dalla presenza istituzionale della RAI.
Non si trattava semplicemente di un’alternativa sonora, ma di un progetto etico e sociale, animato dalla volontà di decostruire il discorso unico e imporre una pluralità di voci, spesso marginalizzate o del tutto assenti.

In un’Italia in fermento, attraversata da rivendicazioni studentesche, lotte operaie e battaglie per i diritti civili, Radio Popolare si è posta come amplificatore di istanze provenienti dalla strada, dalle periferie, dai luoghi di lavoro.
La direttrice Lorenza Ghidini ha sapientemente riassunto l’essenza di questa missione: “Dare voce a chi non ce l’ha”.
Questa promessa non si è esaurita nel corso del tempo, ma si è costantemente adattata ai nuovi scenari sociali e politici.

Se inizialmente la radio si è distinta per l’attenzione dedicata alle tematiche legate all’orientamento sessuale, all’immigrazione e alla libertà di espressione, oggi la sfida si presenta con nuove urgenze: la condizione dei detenuti, le precarie condizioni di lavoro dei rider, la necessità di promuovere una cultura di pace in un contesto segnato dalla militarizzazione, la drammatica emergenza abitativa che espelle i cittadini dai centri urbani.
La mostra fotografica alla Fabbrica del Vapore, un viaggio visivo attraverso cinque decenni di radio, ha offerto una preziosa testimonianza dell’evoluzione di un’istituzione radicata nel territorio.
La presenza di figure storiche come Gad Lerner, Paolo Hutter, Biagio Longo e Ninni Briglia, insieme a esponenti della politica e del sindacato, ha sottolineato il ruolo di Radio Popolare come punto di riferimento per l’attivismo e il dibattito pubblico.

L’iniziativa della maratona radiofonica di 50 ore, un’esperienza partecipata che ha coinvolto ascoltatori da tutto il mondo, ha ulteriormente rafforzato il senso di comunità e la vocazione popolare di Radio Popolare.
La radio non è solo un mezzo di comunicazione, ma un luogo di incontro, di scambio, di costruzione collettiva di senso.

L’eredità di questi primi 50 anni si proietta verso il futuro, con l’impegno a rimanere fedele alla propria missione originaria: dare voce a chi non ce l’ha, illuminare le ombre, accendere la speranza.

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