“Resta Solo la Tua Voce”: Un’eco di Silenzio e un Monito per il PresenteIl romanzo d’esordio di Alessandra Pagani, “Resta solo la tua voce”, pubblicato da Morellini Editore, non è semplicemente un libro, ma un’urgente e lucida riflessione sul femminicidio, un crimine che affligge la nostra società con una brutalità inaccettabile.
L’opera, finalista del Premio Brianza, si configura come un’indagine profonda sui segnali premonitori di una tragedia, spesso soffocati dall’indifferenza e dalla complicità silenziosa di un contesto sociale che fatica a riconoscere, o a voler riconoscere, la gravità della situazione.
Attraverso la storia di Giulia, una giovane donna immersa negli anni Novanta, Pagani dipinge un quadro vivido di una realtà inquietante.
Il nome della protagonista, tragicamente evocativo di altre giovani vite spezzate, da Giulia Cecchettin a Giulia Tramontano, crea un legame emotivo immediato con il lettore, ricordandoci la persistenza di questa piaga sociale.
Giulia incarna la ribellione adolescenziale, la ricerca di libertà e di identità, elementi contrastanti con la meticolosa costruzione di un futuro indipendente perseguita dalla gemella Diana.
La narrativa si sviluppa attorno alla relazione tossica di Giulia con Paolo, un uomo affascinante ma profondamente disturbato.
L’amore si trasforma rapidamente in una spirale di violenza psicologica e fisica, mascherata da gesti apparentemente romantici.
La difficoltà di Giulia nel riconoscere la natura manipolatoria e abusiva del rapporto è resa con una sensibilità disarmante, esponendo la fragilità di chi si trova intrappolato in dinamiche di potere distorte.
La normalizzazione della violenza, l’ambiguità dei comportamenti di Paolo, e la difficoltà di Giulia ad allontanarsi, sono elementi chiave che Pagani esplora con coraggio e precisione.
L’aspetto più innovativo e potente del romanzo risiede nella struttura narrativa.
La voce narrante è quella di Giulia, che, dall’aldilà, assiste al proprio funerale e racconta la propria storia.
Questo dispositivo permette all’autrice di dare voce a una vittima, liberandola dal silenzio e dalla vergogna.
Le parole di Giulia sono un grido di dolore, un’accusa nei confronti di una società complice, incapace di proteggerla e di condannare l’assassino.
La denuncia è esplicita: nessuna istituzione, nessun individuo, è esente da responsabilità.
“Resta solo la tua voce” non è solo un romanzo, ma un monito, un invito a rompere il silenzio, a riconoscere i segnali di pericolo, a proteggere le donne vulnerabili.
L’opera di Alessandra Pagani, presentata a Seregno nel corso di un aperitivo letterario, si inserisce in un percorso di consapevolezza e di impegno sociale, offrendo una prospettiva inedita e profondamente commovente su una realtà che non possiamo più ignorare.
Il libro, pubblicato nella collana “Varianti” diretta da Sara Rattaro e Mauro Morellini, è una testimonianza letteraria potente, capace di risuonare a lungo nella coscienza del lettore.