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Riapre il Museo Bernareggi: arte, fede e storia a Bergamo

Il 27 settembre 2024 aprirà al pubblico il rinnovato Museo Diocesano Adriano Bernareggi a Bergamo, un’istituzione culturale che si insedia nel cuore della Città Alta, nel palazzo episcopale restaurato, a stretto contatto con luoghi simbolo come la Basilica di Santa Maria Maggiore, la maestosa Cappella Colleoni e la curia vescovile.

Questo rilancio rappresenta una significativa evoluzione del primo Museo Diocesano, inaugurato nel 1961 per volontà del Vescovo Adriano Bernareggi, e si inserisce in un percorso di dialogo continuo tra fede, arte e identità territoriale.

Il percorso espositivo, articolato su due piani e distribuito in dieci sale, offre una panoramica sulla produzione artistica legata alla diocesi bergamasca, abbracciando un arco temporale di sette secoli, dal Trecento al Novecento.
La collezione, composta da circa sessanta opere, si arricchisce con un’alternanza di pezzi di proprietà permanente e opere provenienti dalle parrocchie, che cambieranno periodicamente per offrire una visione dinamica del patrimonio artistico locale.

Il cuore pulsante del museo è costituito dai capolavori di Lorenzo Lotto, figure imprescindibili per comprendere il contributo del pittore al panorama artistico bergamasco.

La “Trinità”, proveniente dalla chiesa di Sant’Alessandro in Croce, l’imponente “Assunzione di Maria” (210×250 cm), originariamente collocata nella parrocchia di Celana, e la celebre “Pala di San Bernardino”, un’opera monumentale (287×268 cm) raffigurante la Madonna con Gesù Bambino, San Giuseppe, San Bernardino da Siena, San Giovanni Battista, Sant’Antonio abate e angeli, troveranno spazio nell’Aula Picta.
Quest’ultima sala, recentemente restaurata, conserva affreschi duecenteschi e fu tradizionalmente adibita alle udienze del vescovo, creando un contesto suggestivo per l’esposizione di quest’opera di eccezionale valore.
Il museo non si limita a celebrare Lotto, ma offre un panorama più ampio, comprendendo opere di artisti come Giacomo Manzù, Andrea Previtali, Giovan Battista Moroni ed Evaristo Baschenis.

Particolarmente degna di nota è la donazione dei coniugi Guido Crippa e Carmen Oberti, che ha permesso di raccogliere la più vasta collezione mondiale di dipinti di Baschenis, testimonianza del loro profondo legame con la cultura bergamasca.

Come ha sottolineato il direttore del museo, Don Davide Rota Conti, l’allestimento è concepito come un viaggio attraverso la bellezza dell’arte sacra, riflettendo la volontà del Vescovo Bernareggi e della Fondazione omonima di rafforzare il legame tra arte, fede e comunità.
L’iniziativa mira a perpetuare un’eredità culturale di grande valore, rendendo accessibile al pubblico un patrimonio che testimonia la ricchezza spirituale e artistica del territorio bergamasco.
Il biglietto d’ingresso, a un costo di dieci euro, consente l’accesso non solo al Museo Diocesano e al Palazzo Vescovile, ma anche al Battistero trecentesco, ai resti dell’antica Cattedrale paleocristiana e all’Oratorio di San Lupo, dedicato all’arte contemporanea situato in Città Bassa.
Un’opportunità unica per immergersi nella storia e nell’arte di Bergamo, con l’Aula Picta accessibile gratuitamente ogni prima domenica del mese grazie all’accordo tra la Diocesi e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

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