mercoledì 17 Settembre 2025
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Ritratti di scarto: l’arte che trasforma i rifiuti in bellezza.

L’immagine emerge da una base abbozzata, quasi un’impressione tratteggiata, ma il volto, fulcro dell’opera, si rivela attraverso una modulazione sapiente di luci e ombre, un primo accenno alla complessità che seguirà.
Maryam Ghanbarian non dipinge con pennello e colori, ma con un linguaggio inedito, un’alchimia che trasforma scarti industriali – tessuti dismessi, materiali non conformi, residui di processi farmaceutici – in un caleidoscopio di forme e significati.
Un approccio nato dall’incontro con il laboratorio del progetto Scart del Gruppo Hera, un’iniziativa che eleva il concetto di recupero, trasformando ciò che l’industria considera rifiuto in espressione artistica.
A Milano, per la Beauty Week, sette di queste opere sorprendenti sono esposte al pubblico.
I ritratti, celebrativi e iconici, spaziano da Papa Francesco a Leone XIV, omaggiando figure di spicco come Giorgio Armani, Carla Fracci, Sergio Mattarella, Raffaella Carrà, e culminando in un’opera in divenire dedicata a Roberto Bolle.

Non si tratta di una mera riproduzione figurativa, ma di una reinterpretazione materica, una riflessione sul valore intrinseco della bellezza anche nel contesto del “rifiuto”.

“Il processo è radicalmente differente dalla pittura tradizionale”, spiega Ghanbarian.

Abituata a tecniche a olio e acrilico, l’artista si trova di fronte a un materiale preesistente, una paletta di colori e texture già definite.

Questo la costringe a un approccio intuitivo, a una decostruzione e ricomposizione continua, dove la forma emerge dal dialogo con la materia stessa.

È un’esperienza che stimola l’immaginazione, spingendola a concepire l’opera in modi impensabili con i mezzi tradizionali.
La capacità di estrarre volti riconoscibili e ricchi di espressività da questi frammenti apparentemente incongrui è sconvolgente.

Quando il soggetto è una figura legata alla danza, come nel caso di Roberto Bolle, Ghanbarian ricerca tessuti fluidi e organici, capaci di suggerire movimento e grazia.
La chiave sta nell’osservazione acuta del materiale, un’esplorazione che spesso porta a risultati inaspettati, frutto di un’improvvisa intuizione.

Il lavoro si articola attorno a un disegno preparatorio, una sorta di “scheletro” che guida l’assemblaggio dei frammenti.

Un elemento particolarmente coinvolgente è l’opportunità offerta ai visitatori di partecipare attivamente al processo creativo, aggiungendo un “pezzo di opera” al mosaico.

Questo gesto trasforma l’osservatore in co-creatore, invitandolo a riflettere sulla propria relazione con il consumo e lo scarto.

Maurizio Giani, ideatore del progetto e direttore Marketing di Herambiente, sottolinea come l’ordinario “rifiuto” perda il suo fascino, mentre gli scarti industriali, reinterpretati dall’arte, rivelano un potenziale inespresso.

Scart, più che un progetto artistico, è una piattaforma di comunicazione volta a sensibilizzare il pubblico sui temi del recupero, del riciclo e dell’economia circolare – concetti che, sebbene oggi ampiamente diffusi, erano inesistenti quando l’iniziativa è nata, ben 27 anni fa.
La collezione, oggi, vanta oltre mille opere, testimonianza di un percorso artistico e culturale volto a ridefinire il significato stesso di bellezza e valore.

È un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a riconoscere la poesia nascosta anche negli oggetti che riteniamo destinati alla spazzatura.

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