Scala, audace riapertura: *Lady Macbeth* tra storia e attualità.

La stagione lirica del Teatro alla Scala si appresta ad aprire con una scelta audace, un atto di giustizia artistica piuttosto che una semplice inaugurazione: *Lady Macbeth del Distretto di Mcejsk* di Dmitrij Šostakovič.

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Questa decisione, sottolineata dal direttore musicale Riccardo Chailly, che saluta il podio per l’ultima volta in un’apertura stagionale, rappresenta un’occasione per restituire dignità a un’opera troppo a lungo marginalizzata e ingiustamente silenziata.

Šostakovič compose *Lady Macbeth* nel 1934, un’opera che esplora le profondità della psiche femminile attraverso la figura di Katerina Izmailova, una donna intrappolata in un matrimonio infelice, spinta dalla brama di potere e liberazione, fino a compiere atti estremi.

Il successo iniziale fu brusco e drammatico: la reazione di Stalin, che abbandonò la rappresentazione dopo il primo atto, portò a una recensione feroce su *Pravda* che la definì caos.
Le ragioni di tale disappunto si celano probabilmente in una combinazione di fattori: la complessità musicale di Šostakovič, che sfida le convenzioni stilistiche, e la carica sovversiva del tema, che mette in discussione i valori morali del regime sovietico.

L’opera fu di fatto bandita, e il compositore, costretto a compromessi, ne realizzò una versione “edulcorata”, *Katerina Izmailova*, che ne stemperava la cruda verità.
Il regista Vasily Barkhatov, in accordo con Chailly, intende cancellare i cliché dell’opera, rifiutando l’ambientazione tradizionale di un villaggio russo del XIX secolo.

La traslazione in una città sovietica degli anni ’50 offre un potente contrasto tra l’opulenza ostentata di alcuni ambienti e la miseria che affligge la maggior parte della popolazione, amplificando la disillusione e la rabbia che animano l’eroina.

Sara Jakubiak, interprete di Katerina, è descritta come una forza espressiva inarrestabile, capace di incarnare la complessità emotiva del personaggio.
La scelta di *Lady Macbeth* non può essere interpretata come un’affermazione femminista, ma piuttosto come una riflessione sulla condizione umana, sulla sua ambivalenza e sulla sua capacità di generare sia il bene che il male.
La Scala ha sempre avuto un legame profondo con la cultura russa, un rapporto che ha superato le turbolenze politiche e che testimonia la forza universale della musica.
La speranza è che tale forza possa contribuire a mitigare le tensioni globali, in particolare il conflitto in Ucraina.

Nonostante l’assenza di figure istituzionali di spicco come il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e il Presidente del Senato, la Prima sarà comunque un evento di rilevanza nazionale e internazionale.

La trasmissione in diretta su Rai1 e Radio 3, insieme alla diffusione all’estero e al cinema, ne garantirà una fruizione ampia.
L’eccellenza scaligera, frutto di un equilibrio virtuoso tra sostegno pubblico e privato, è riconosciuta a livello mondiale, come testimoniato dalla presenza di partner prestigiosi come Allianz, Edison, BMW e Rolex.
*Lady Macbeth del Distretto di Mcejsk* è un capolavoro del Novecento, un’opera che incarna la grandezza del teatro lirico e la sua capacità di illuminare le contraddizioni del nostro tempo.
Con questo spirito, si augura una stagione 2025/26 ricca di emozioni e di scoperte.

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