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Tiziano a Brianza: Venere e Amore in un Viaggio nel Tempo

Un Viaggio nel Tempo e nel Colore: “L’Ultimo Tiziano” Porta la Maestria Cinquecentesca in BrianzaUn’opera che sussurra storie di amore, potere e tempo che passa giunge in Lombardia: “Venere che benda Amore”, uno degli ultimi capolavori di Tiziano Vecellio, lascia le sale della Galleria Borghese per abitare temporaneamente Villa Cusani Confalonieri a Carate, in una mostra promossa da Fondazione Costruiamo il Futuro e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.

L’iniziativa “La grande arte in Brianza” continua a dimostrare un impegno innovativo nel portare il patrimonio artistico italiano al di là delle rotte consuete, seguendo le orme del successo riscosso lo scorso anno con il “Narciso” di Caravaggio.

“L’Ultimo Tiziano” non è semplicemente una mostra, ma un vero e proprio ponte culturale.

Il dipinto, datato 1565, ritrae la dea Venere mentre compie un gesto simbolico: bandire la vista di Amore, celando la sua potenza con un velo.

Questo atto, apparentemente semplice, apre un ventaglio di interpretazioni che spaziano dalla riflessione sulla fragilità dell’amore alla personificazione della saggezza che deriva dalla rinuncia ai desideri immediati.
L’opera, realizzata quando il maestro era già ottantenne, si configura come un testamento artistico, un’esplorazione della condizione umana alla luce della maturità e della contemplazione.

Il trasferimento dell’opera a Carate rappresenta un’occasione irripetibile per il territorio Brianzo, ma anche un atto di responsabilità verso un pubblico più ampio.
“Portare l’arte al di fuori dei centri nevralgici del turismo culturale, valorizzando il patrimonio artistico in contesti provinciali, è una priorità”, ha sottolineato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, evidenziando come l’iniziativa si allinei con gli obiettivi del Ministero in termini di accessibilità e coinvolgimento delle comunità locali.
Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, ha messo in luce il ruolo cruciale della ricerca e della condivisione del sapere nell’esperienza museale.
L’operazione non è solo un prestito di un’opera, ma un atto di generosità culturale, un invito alla scoperta e alla riflessione.
“La ricerca è la linfa vitale di ogni museo: senza di essa, le opere rimangono silenziose”, ha affermato, sottolineando l’importanza di creare un dialogo continuo tra l’opera, il pubblico e le sue interpretazioni.

Giovanni Morale, curatore della mostra e vicedirettore delle Gallerie d’Italia-Milano, ha descritto l’evento come “una grande operazione culturale”, in grado di offrire una visione approfondita dell’evoluzione artistica di Tiziano, con un focus sulla sua “melanconica maturità”.

Quest’ultima, interpretata attraverso la pennellata raffinata, l’uso magistrale del colore e la composizione equilibrata, rivela un artista che ha saputo cogliere la complessità dell’animo umano con una sensibilità unica.

La mostra si configura come un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato, un modello di come istituzioni culturali, imprese private e fondazioni possano unirsi per promuovere la cultura e il patrimonio artistico.
Michele Coppola, direttore generale Gallerie d’Italia, ha sottolineato come questa sinergia rappresenti un elemento fondamentale per garantire la sostenibilità e l’ampliamento dell’impatto delle iniziative culturali.
“L’arte doveva e poteva tornare nella provincia italiana”, ha affermato Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Costruiamo il Futuro, evidenziando il desiderio di abbattere le barriere geografiche e culturali, rendendo l’arte accessibile a tutti.
La mostra di Tiziano si preannuncia come un nuovo capitolo di un percorso iniziato con successo, un invito a riscoprire la bellezza e la potenza dell’arte in un contesto territoriale ricco di storia e di opportunità.

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