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lunedì, 19 Maggio 2025
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Banche, la desertificazione è arrivata in Abruzzo: solo il 39% dei comuni ha uno sportello

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La desertificazione bancaria si è insinuata nella regione abruzzese come una piaga silenziosa, lasciando inesorabilmente un segno di decadenza in molti dei suoi comuni più isolati. Secondo i dati rilevati dalla Fisac Cgil Abruzzo Molise, solo il 39% degli enti locali nella regione dispone di uno sportello bancario attivo, contro la media nazionale del 58%. L’Aquila è l’unica provincia che mostra un livello di assistenza bancaria più basso della media regionale, con appena il 26% delle sue municipalità dotate di un ufficio bancario.Il Molise, in questo senso, si pone come la regione con i risultati più disastrosi del paese. Solo nel 17% dei suoi comuni sono presenti le banche, un dato che desta preoccupazione anche a livello nazionale. Una delle province colpite maggiormente è quella di Isernia, dove appena cinque dei cinquantadue enti locali hanno accesso ad uno sportello bancario.La situazione economico-creditizia in Abruzzo e Molise è caratterizzata da un trend altalenante: da una parte ci sono le filiali chiuse, dall’altra i depositi aumentano. L’incremento del 19% dei depositi nella regione tra il 2019 e il 2024 sembra contraddire la tendenza generale di riduzione degli sportelli bancari e della chiusura delle filiali.Tuttavia, se si considera l’aumento dei depositi nel contesto complessivo delle difficoltà economiche in cui versa le regione, emerge chiaramente una immagine più cupa. Il sindacato sostiene che la mancanza di funzione creditizia nei confronti delle imprese stesse, ha portato a un’erosione della credibilità bancaria.Nel corso degli ultimi 5 anni, le banche hanno chiuso il 24,1% delle loro filiali nella regione abruzzese e l’11,9% in quella del Molise. In questo senso i dati rilevati dalla Fisac Cgil Abruzzo Molise sembrano confermare la drammatica tendenza alla desertificazione bancaria.I sindacalisti stigmatizzano il fenomeno della chiusura delle filiali, che lascia senza rete le comunità locali. “Se l’ultima spiaggia per i piccoli imprenditori è spesso la finanza etica o il microcredito, la banca non potrà più fornire servizi bancari ai cittadini”, dichiara Luca Copersini segretario regionale della Fisac.In questo senso, l’istituzione di un Osservatorio Regionale sul Credito è divenuta necessaria per capire le difficoltà che le imprese e i cittadini stanno affrontando. L’Osservatorio mira a identificare soluzioni efficaci in materia di microcredito, finalizzate ad aiutare piccole e medie imprese.

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