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Cooperativa ‘Terre d’Oltepò’: rischio fallimento e futuro incerto per l’Oltrepò

L’estate, tradizionalmente simbolo di riposo e prosperità, si tinge di preoccupazione per i lavoratori e i soci della cooperativa vitivinicola ‘Terre d’Oltepò’ di Broni, in provincia di Pavia.
La situazione attuale, definita da esponenti sindacali come “critica e potenzialmente irreversibile”, proietta un’ombra di incertezza sull’intera filiera vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, un’area di produzione vinicola di rilevanza storica e significativa per l’economia locale.

Le ripercussioni di una possibile liquidazione della cooperativa non si limitano ai dipendenti diretti, ma si estendono a un vasto ecosistema di lavoratori autonomi, imprenditori agricoli e aziende fornitrici, mettendo a rischio il sostentamento di migliaia di persone – una comunità lavorativa stimata in circa 8.000 unità.

L’Oltrepò Pavese, da secoli custode di tradizioni enologiche e punto di riferimento per la produzione di vini di qualità, si trova di fronte a una sfida che mette in discussione la sua stessa identità produttiva e il suo futuro.

Il sindacato Uila-Uil sottolinea l’urgenza di un intervento tempestivo e deciso, che vada oltre le misure ordinarie.
La richiesta principale è l’istituzione di un Commissario Straordinario, non liquidatore, figura chiave per gestire la crisi con una visione strategica e con le risorse finanziarie adeguate.
Questo commissario dovrebbe avere ampi poteri operativi per attuare un piano di risanamento aziendale solido e duraturo, focalizzato sulla ripresa dell’attività produttiva e sulla ricostruzione della fiducia dei soci.
Il momento è cruciale: la prossimità della vendemmia, evento centrale per il ciclo viticolo e per l’economia dell’Oltrepò, amplifica l’ansia e l’incertezza.

I soci conferitori, pilastri della cooperativa, necessitano di risposte concrete e di prospettive positive per il futuro.
Un fallimento della cooperativa significherebbe non solo la perdita di posti di lavoro, ma anche la dispersione di un patrimonio enologico e culturale inestimabile.
La prossima assemblea dei soci rappresenta un’occasione imperdibile per evitare un’analisi retrospettiva sterile e focalizzarsi invece su un piano di rilancio credibile.
Si richiede un’azione immediata, che superi le solite procedure burocratiche, per garantire che l’assemblea possa discutere di futuro e di sviluppo, e non essere segnata dalla constatazione di un fallimento inevitabile.
La salvaguardia della cooperativa ‘Terre d’Oltepò’ non è solo una questione economica, ma anche un imperativo sociale e culturale per l’intero territorio dell’Oltrepò Pavese.

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