La condizione attuale dell’industria manifatturiera italiana è caratterizzata da un profondo senso di crisi, che rischia di compromettere la sua sopravvivenza nel medio e lungo termine. La causa principale di questo problema è la scarsa volontà degli imprenditori di investire in innovazione e sviluppo tecnologico, preferendo invece sfruttare le opportunità offerte dalla logica dei bassi costi, della precarietà, dell’appalto e del subappalto.Questa scelta è funzionale a massimizzare i profitti immediati degli azionisti, ma crea una serie di problemi per l’economia nazionale. Innanzitutto, si limita la crescita economica e il miglioramento della qualità dei prodotti, rendendo difficile la competizione con le imprese più efficienti e innovative del resto del mondo.Inoltre, questo modello di gestione non è in grado di generare occupazione stabile e dignitosa per i lavoratori, che sono costretti a vivere in una condizione di precarietà cronica. Secondo Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, la mancanza di investimenti in innovazione tecnologica è solo un aspetto di un problema più ampio: il modello di gestione delle imprese italiane è troppo basato sulla sostenibilità a breve termine e non tiene conto del futuro del Paese.Per cambiare questo quadro, Landini propone la necessità di un radicale cambiamento. La lotta per migliorare i diritti dei lavoratori, ridurre la precarietà e tutelare contro le morti sul lavoro e i licenziamenti non è solo una richiesta sindacale, ma è un imperativo morale e sociale. Il referendum in corso rappresenta un’opportunità per il Paese di cambiare rotta e di affermare la necessità di un modello di gestione più umano e sostenibile.In questo contesto, il voto al referendum diventa un atto politico fondamentale per incidere sulla realtà economica e sociale del Paese. È un momento in cui i cittadini possono esprimere la propria volontà e fare sentire la loro voce contro le leggi balorde e gli interessi corporativi che hanno determinato una condizione di precarietà senza fine per i giovani.Il risultato del referendum sarà cruciale per il futuro dell’Italia, poiché dipenderà dalla capacità dei cittadini di affermare la propria sovranità nei confronti degli interessi corporativi e delle decisioni politiche che non tengono conto della loro volontà. Inoltre, dipenderà anche dall’impegno delle istituzioni e delle imprese private per cambiare rotta e investire nella crescita sostenibile del Paese.In conclusione, la crisi dell’industria manifatturiera italiana è solo un sintomo di un problema più ampio: la necessità di cambiare il modello di gestione delle imprese italiane. Il referendum in corso rappresenta un’opportunità fondamentale per il Paese di affrontare questo problema e di affermare la necessità di un modello di gestione più umano e sostenibile, che tenga conto del futuro del Paese e delle esigenze dei cittadini.