Crisi Esselunga: la consegna a domicilio in bilico tra diritti negati e mobilitazione dei lavoratoriLa vertenza relativa alle condizioni di lavoro e alle tutele dei driver impiegati nel servizio di consegna a domicilio per Esselunga si trascina in una fase di stallo preoccupante, alimentando un clima di crescente tensione e riaccendendo le proteste in Lombardia e in tutta Italia.
Dopo mesi di intense trattative, iniziative sindacali e una fase di sospensione del servizio stesso, la riapertura del negoziato nazionale ha subito un brusco arresto, evidenziando una profonda divergenza tra le istanze dei lavoratori e l’approccio delle aziende appaltatrici.
Il cuore della questione risiede nella mancata formalizzazione di un accordo quadro che riconosca e tuteli i diritti del personale della filiera Esselunga, specificamente coloro che operano nella consegna a domicilio.
Un aspetto cruciale è la retribuzione delle mansioni non contrattualizzate, in particolare la consegna ai piani, attività che, secondo il CCNL Logistica Trasporto Merci, non rientra nelle mansioni standard del driver inquadrato al livello G1.
Questa discrepanza ha portato i lavoratori a sospendere la consegna ai piani, sollevando un problema di equità e di riconoscimento del valore del lavoro svolto.
Le imprese appaltatrici coinvolte – Brivio e Viganò, Italtrans, Capozzi – sono accusate dai sindacati di aver adottato un atteggiamento irrispettoso, presentandosi al tavolo negoziale con proposte considerate inadeguate e lontane dal soddisfare le esigenze dei lavoratori.
Questa posizione sembra precludere la possibilità di una soluzione concordata e mina gli sforzi compiuti, anche a seguito dell’intesa di tregua siglata il 6 maggio, con l’obiettivo di sbloccare il confronto.
La mobilitazione dei lavoratori si è concretizzata con uno sciopero in atto nelle sedi di Lallio, Nembro e Curno (Bergamo), gestite da Deliverit.
La richiesta principale è l’integrazione di un importo di 20 euro giornalieri tra trasferta e indennità, un livello retributivo già riconosciuto a gran parte dei corrieri che svolgono attività analoghe.
Questa richiesta non appare eccessiva, considerando il costo della vita e le difficoltà legate alla mobilità.
L’ostinazione delle aziende, che si sono offerte di erogare solo 4 euro in più rispetto al CCNL, un importo che spesso non viene nemmeno corrisposto, denota una chiusura ideologica che impedisce un avanzamento significativo del confronto.
La Filt Cgil sottolinea come, dopo due mesi di trattative, ci si aspettasse proposte più concrete e ragionevoli.
La continuazione della mobilitazione appare inevitabile fino a quando non si raggiungeranno risultati soddisfacenti per i lavoratori.
La vicenda Esselunga non è solo una questione retributiva, ma riflette un problema più ampio legato alla precarizzazione del lavoro e alla necessità di garantire condizioni dignitose per chi svolge un servizio essenziale come la consegna a domicilio, soprattutto in un contesto di crescente domanda e pressione sui costi.
La risoluzione della disputa passa attraverso un cambio di paradigma da parte delle aziende, che devono abbandonare un approccio basato sulla minimizzazione dei costi e abbracciare una visione più responsabile e orientata al benessere dei propri dipendenti.
Il futuro del servizio di consegna a domicilio per Esselunga, e la serenità dei lavoratori che lo rendono possibile, dipendono da questo cruciale cambio di rotta.