Il nono Festival dello Sviluppo Sostenibile, promosso da ASviS, si è concluso con un bilancio denso di spunti e riflessioni, testimoniando un impegno civile che si fa eco, e spesso si fa forza, anche in un contesto globale segnato da crescenti incertezze. Oltre mille trecento iniziative, workshop, tavole rotonde e presentazioni hanno costellato i giorni del Festival, creando un crocevia di voci e competenze provenienti da ogni settore della società italiana.L’edizione di quest’anno, culminata con l’incontro conclusivo “L’ora della verità per lo sviluppo sostenibile a dieci anni dall’Agenda 2030, dagli Accordi di Parigi e dalla Laudato si” presso l’Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati, ha rappresentato un momento di scrutinio e di presa di coscienza. La scelta del titolo non è casuale: sottolinea l’urgenza di azioni concrete e decise, a dieci anni dall’adozione dell’Agenda 2030, un patto globale per un futuro equo e rispettoso dell’ambiente.L’Agenda 2030, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), ambisce a trasformare il nostro mondo, affrontando sfide cruciali come la povertà, la fame, le disuguaglianze, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Gli Accordi di Parigi, a loro volta, fissano gli obiettivi di lotta al riscaldamento globale, mentre l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco offre una profonda riflessione sulla crisi ecologica e la sua interconnessione con le sfide sociali ed economiche.Il Festival ha evidenziato come, nonostante le tensioni geopolitiche che plasmano il panorama internazionale, le guerre che dilaniano intere regioni e le dispute commerciali che minacciano la stabilità economica, in Italia si stia lavorando per integrare i principi dell’Agenda 2030 nelle politiche pubbliche e nelle pratiche quotidiane. Un impegno che coinvolge enti locali, imprese, associazioni di volontariato, istituzioni accademiche e cittadini.L’edizione 2024 ha posto particolare attenzione alla necessità di accelerare il ritmo di implementazione degli SDGs, superando i ritardi accumulati negli anni precedenti. Sono state analizzate le criticità, individuate le buone pratiche e promosse nuove forme di collaborazione, con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso che generi crescita economica, inclusione sociale e protezione ambientale. Un tema ricorrente è stata l’importanza di un approccio integrato, che tenga conto delle interdipendenze tra i diversi obiettivi. Ad esempio, la lotta alla povertà e alla fame è strettamente legata all’accesso all’istruzione, alla sanità e all’acqua potabile. Allo stesso modo, la transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio può creare nuove opportunità di lavoro e stimolare l’innovazione.Il Festival ha anche offerto spazio a voci emergenti, giovani attivisti e innovatori che stanno proponendo soluzioni creative e sostenibili per affrontare le sfide del futuro. Il loro entusiasmo e la loro visione hanno contribuito a rinnovare l’impegno per lo sviluppo sostenibile e a ispirare nuove generazioni di leader.La chiusura del Festival rappresenta non un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. Un appello a rafforzare la collaborazione, a intensificare gli sforzi e a tradurre le parole in azioni concrete, per costruire un futuro più giusto, equo e sostenibile per tutti. Un futuro in cui l’orario della verità non sia solo un monito, ma una promessa mantenuta.