La serrata rottura delle trattative per un accordo quadro che definisca diritti e tutele per il personale della filiera Esselunga impiegato nella consegna a domicilio della spesa, ha determinato l’annuncio di uno sciopero nazionale indetto per il 24 luglio.
La Filt Cgil dell’Emilia-Romagna ha comunicato l’evolversi della situazione, segnando un punto di non ritorno in un negoziato protratto per mesi e caratterizzato da una marcata resistenza da parte delle aziende coinvolte.
L’impatto di tale impasse rischia di destabilizzare un settore cruciale del modello distributivo di Esselunga, quello della consegna a domicilio, sempre più rilevante per i consumatori e, al contempo, fragile per la sua dipendenza da una forza lavoro spesso precaria e poco tutelata.
La decisione di proclamare lo sciopero, un atto che interrompe un servizio essenziale, non è stata presa alla leggera, ma rappresenta la conseguenza inevitabile di un approccio aziendale percepito come irrispettoso nei confronti dei diritti dei lavoratori.
Il negoziato nazionale, che mirava a creare un quadro normativo unitario valido per l’intero territorio nazionale, si è arenato a causa di proposte aziendali giudicate insufficienti e lontane da un’equa compensazione per le mansioni svolte, spesso non formalizzate nel contratto.
In particolare, la questione della consegna ai piani, una componente essenziale del servizio e fonte di maggiore sforzo fisico per i lavoratori, è stata al centro delle rivendicazioni sindacali, senza trovare risposta positiva da parte delle controparti.
Le imprese appaltatrici Cap Delivery e Deliverit, attive nelle province di Bologna, Parma e Modena, sono state accusate di adottare un approccio minimalista e poco incline al compromesso, presentando offerte che non riconoscono la dignità professionale del personale e che ignorano le specifiche problematiche legate alla complessità del lavoro.
Questo atteggiamento ha portato il sindacato a dichiarare lo stato di agitazione dei lavoratori, preludio alla proclamazione dello sciopero e all’organizzazione di un presidio a Limito di Pioltello, presso la sede di Esselunga.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla gestione della logistica e della forza lavoro nel settore della grande distribuzione organizzata, evidenziando la necessità di un ripensamento delle relazioni industriali e di un maggiore impegno da parte delle aziende nel garantire condizioni di lavoro dignitose e tutele adeguate per tutti i dipendenti, inclusi quelli impiegati nella filiera appaltata.
Lo sciopero del 24 luglio si configura quindi non solo come un’azione di protesta, ma anche come un appello a un cambiamento strutturale nel modo in cui viene valorizzato il lavoro e riconosciuto il contributo essenziale del personale addetto alla consegna a domicilio.