domenica, 25 Maggio 2025
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Trump: l’era del caos e la sfida all’economia globale

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L’epoca promessa da Trump, l’oro di cui si era paventato il sorgere, si è rivelata un terreno fertile per il caos. L’incertezza, quella costante compagna delle previsioni economiche, qui assume contorni ben più drammatici: un vero e proprio disordine sistemico. Ogni giorno siamo di fronte a decisioni imprevedibili, con implicazioni profonde e potenzialmente destabilizzanti. L’annuncio relativo a tariffe del 50% applicate all’Unione Europea non può essere liquidato come un mero strumento di contrattazione; rappresenta una sfida strutturale che esige una seria presa in considerazione, sottolineava Paolo Gentiloni durante il Festival dell’Economia di Trento.La rapidità e l’irruenza delle decisioni prese, che investono ambiti diversi, trascendono la mera questione dei dazi doganali. L’episodio riguardante il divieto, poi ritrattato, a Harvard di accogliere studenti internazionali, seguito dall’annuncio di tariffe del 25% sugli iPhone, con l’affermazione televisiva accusatoria rivolta al CEO Tim Cook, esemplifica una tendenza preoccupante. Non si tratta di operazioni transazionali finalizzate a massimizzare profitti o a ottenere concessioni specifiche; si intravede un disegno più ampio, un tentativo di ridefinire il ruolo degli Stati Uniti nell’arena globale, con una componente di arricchimento personale che amplifica l’inquietudine.La politica economica di questa fase storica non può essere compresa se isolata dai suoi contesti geopolitici e psicologici. L’aggressività verbale e la volatilità delle scelte, unite a una narrativa che fa leva su risentimenti e paure, creano un clima di profonda incertezza che impatta negativamente sulla stabilità finanziaria e sulla fiducia degli investitori. Si assiste a una destabilizzazione del sistema di regole che hanno governato i rapporti internazionali per decenni, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia mondiale. La sfida per l’Europa e per il resto del mondo non è solo rispondere a queste decisioni con misure protezionistiche, ma piuttosto ripensare le fondamenta della cooperazione internazionale, promuovendo un multilateralismo più resiliente e basato su valori condivisi. È necessario un approccio strategico che combini la difesa degli interessi nazionali con la ricerca di soluzioni collaborative, per navigare in un contesto globale sempre più complesso e imprevedibile. L’era del “casino”, come l’ha definita Gentiloni, impone una riflessione profonda e un’azione responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti.

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