Giuseppe Fidanzati, figlio del boss mafioso Gaetano Fidanzati, è uno dei trentuno imputati che hanno scelto di adottare il rito abbreviato nella maxi udienza contro 143 persone davanti al giudice per l’audizione preliminare (gup) Emanuele Mancini. La sentenza scaturisce dall’inchiesta Hydra della Dda e dei carabinieri del Nucleo investigativo, che ha coinvolto appartenenti a Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra.L’udienza di oggi si è svolta nella sala bunker del carcere di Opera a Milano, luogo in cui non si vedeva un procedimento del genere da oltre dieci anni. Le ore sono state dedicate all’appello delle parti e alle anticipazioni dei riti alternativi. Ciò che resterà ancora da vedere è l’arrivo di ulteriori difese.Tra i capi del presunto sistema mafioso lombardo, costituito da elementi appartenenti a Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, operante tra Milano e Varese per affari, oltre al Fidanzati è chiesto l’abbreviato anche ai tre fratelli Pace. Questi ultimi sono stati identificati come membri del mandamento della provincia di Trapani, con Paolo Aurelio Errante Parrino in posizione di vertice: egli è un parente di Matteo Messina Denaro.Parrino, però, sceglierà l’udienza preliminare ‘ordinaria’, in quanto l’accusa di associazione mafiosa, come alleanza tra esponenti delle tre organizzazioni criminali, è stata bocciata dal gip. Nonostante ciò, gli arresti furono decisi successivamente dal Riesame e confermati dalla Cassazione.Per il 29 maggio è fissato un appuntamento per la decisione della costituzione delle parti civili, tra cui il Comune di Milano, la Regione Lombardia, Libera e Wikimafia. In aula era presente anche Marcello Viola, procuratore, insieme ai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane.A Viola e Cerreti nei mesi scorsi fu rafforzata la scorta per minacce ricevute.Sono state fissate fino a fine luglio 24 udienze. La sentenza dovrebbe arrivare tra la fine dell’anno o al massimo agli inizi del 2026.