Giuseppe Grattacaso: “Dei vertebrati, degli invertebrati” (Ed. Interno Poesia, 104 pp., 15 euro)Nel cuore dell’universo si nasconde una voce silenziosa che parla attraverso le lenti della comprensione e della relazione. Un mondo infinitamente ricco di suoni, odori e colori si esprime nella sua essenza più intima solo se sappiamo ascoltarlo con il cuore.Tutto ciò che esiste nel creato è connaturato a uno scopo, una funzione profonda che risiede in ogni essere vivente, grande o piccolo. Dai muschi alle stelle, i ragni ai fiori di campo, ogni cosa ha una sua identità e un suo ruolo che si intreccia con quello degli altri, creando un’infinità di dinamiche.Ignorare questo fatto significherebbe uccidere una parte di noi stessi, soffocare la nostra capacità di relazione e di ammirazione per il mistero dell’esistenza. Ma è proprio ciò che accade quando non sappiamo guardare oltre l’apparenza delle cose.Grattacaso si propone come interprete di questa sapienza nascosta, conducendo la lettura della sua nuova raccolta poetica “Dei vertebrati, degli invertebrati” (Ed. Interno Poesia). Le sue parole sono un tentativo di ricreare i legami profondi che intercorrono tra le cose e tra le creature.Nella sua convinzione che ogni essere sia collegato a tutti gli altri da un destino comune, Grattacaso riesce a creare immagini poetiche intense e vibranti. Conosciamo la complessità di un mondo in cui si sovrappongono la bellezza della natura e l’inquietudine dell’uomo.Nella sua poesia, l’essere umano è rappresentato come parte integrante del tutto: ghiaccio e goccia di quarzo che oscilla tra pensieri e azioni. Un’identità in continua trasformazione, capace di incontrare il “nucleo di cometa” del proprio destino.Come sottolinea Grattacaso, la poesia deve rivelarci come è fatto il mondo, ciò che lo rende misterioso e affascinante. Anche gli scienziati sanno bene che esiste più dell’apparenza delle cose.La raccolta di Grattacaso si compone anche di sezioni diverse: da “Aprile” al primo periodo del covid, in cui l’autore descrive uno stato di perenne sospensione. È proprio questa condizione a suggerirci la bellezza della rappresentazione metaforica.Tra i suoi precedenti lavori, Grattacaso ci ha già presentato “Confidenze da un luogo familiare” e “La vita dei bicchieri e delle stele”. Ha anche curato le opere di altri poeti: L’intelligenza dei fiori (di Maeterlinck), Le farfalle, Epistole entomologiche di Gozzano. Nel 2024 ha pubblicato “Una felicità nuova” e un testo su Pascoli che debutta in teatro e nei festival letterari con Giulio Scarpati nel ruolo del poeta.Grattacaso ci ricorda la necessità di riscoprire la bellezza della poesia di Pascoli, come evidenziato in “Qualcosa di nuovo nel sole”, un testo adatto per il teatro e i festival letterari.