Nel 2015, la città di Milano ospitò con grande successo l’Expo, un evento che non solo attrasse milioni di visitatori da tutto il mondo, ma anche offrì una visione innovativa e ambiziosa per il futuro della città. Dieci anni dopo, su quello stesso terreno è in corso uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana del nostro tempo: Mind, l’area di innovazione e ricerca chiamata Milano Innovation District.Questa nuova realtà è una sorta di città ideale, destinata ad ospitare fino a 70mila persone nel 2032, quando sarà completata. Molti sono già i progetti in corso: il Human Technopole, un centro nazionale di ricerca sulle malattie rare e sui genomi, l’ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, con i suoi 600 posti letto, lo SkyDeck, acceleratore per start-up che collabora con l’Università di Berkeley. E tra breve sarà pronto il nuovo campus dell’Università Statale.La storia di questo imponente progetto è stata tuttavia lunga e non facile da compiere. Quando ancora mancava un’idea chiara e un percorso amministrativo stabilito, la proprietaria dei terreni, Arexpo decise di cambiare strada e diventò sviluppatore del progetto. La decisione fu presa grazie ad una partnership tra pubblico e privato che ha permesso l’investimento della società australiana Lendlease.La scelta di Lendlease si è rivelata vincente, poiché la società ha ottenuto una concessione per 99 anni, un impegno lungo nel tempo. Oggi Arexpo sta cambiando nome: dal prossimo mese di luglio passerà alla denominazione Principia. E l’obiettivo è ambizioso: replicare il modello Expo in altre città italiane.Il simbolo dell’Expo, l’Albero della Vita tornerà a essere visibile e sarà valorizzato ma non solo per Milano. Sembra quasi che questo progetto sia la dimostrazione pratica del pensiero di De Biasio, secondo il quale “l’Albero della Vita non è soltanto un simbolo di Milano, ma il simbolo dell’Italia nel mondo”.