Il processo canonico contro don Samuele Marelli ha preso una svolta significativa con la sentenza del Tribunale ecclesiastico, che ha riconosciuto la colpevolezza dell’ex direttore della Fondazione Oratori Milanesi e ex parroco di Seregno per gli abusi sessuali su minori. La decisione è stata letta durante una messa celebrata nella parrocchia di San Giuseppe a Seregno, dove don Marelli aveva svolto il suo ministero sacerdotale.La sentenza ha stabilito che don Samuele non potrà risiedere per 5 anni nel territorio dell’Arcidiocesi di Milano e non potrà esercitare il ministero sacerdotale per lo stesso periodo. Inoltre, non potrà confessare o svolgere attività di direzione spirituale per 10 anni.La sentenza ha anche stabilito che don Samuele non potrà mai più cercare contatti volontari con minori, se non alla presenza di un accompagnatore maggiorenne. Inoltre, non potrà mai più cercare contatti volontari con persone che erano canonicamente domiciliate a Seregno durante il suo ministero sacerdotale.Il Tribunale ecclesiastico ha comunicato all’Arcivescovo di aver riconosciuto la colpevolezza di don Samuele per due fattispecie delittuose: atti contro il sesto comandamento del decalogo con minore da parte di un chierico e atti contro il sesto comandamento del decalogo da parte di un chierico con persona maggiorenne, compiuti tramite abuso di autorità.La sentenza è stata letta in una domenica in cui la Chiesa cattolica celebra la Divina misericordia. Il vicario episcopale di Monza, Michele Elli, ha espresso la vicinanza a tutte le persone coinvolte e che hanno sofferto per questa vicenda, nonché alla comunità cristiana che vive un momento di turbamento e di ferita.La sentenza del Tribunale ecclesiastico è stata accolta con sollievo dalle vittime degli abusi sessuali commessi da don Samuele. La Chiesa cattolica ha assicurato che pregherà per le vittime e che lavorerà per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti.La sentenza è anche stata accolta con critiche da parte di alcune organizzazioni che sostengono le vittime degli abusi sessuali. Sostengono che la pena inflitta a don Samuele non sia sufficiente e che la Chiesa cattolica debba fare di più per prevenire gli abusi sessuali.In conclusione, la sentenza del Tribunale ecclesiastico ha preso una svolta significativa nella vicenda degli abusi sessuali commessi da don Samuele. La decisione è stata accolta con sollievo dalle vittime e con critiche da parte di alcune organizzazioni. La Chiesa cattolica deve continuare a lavorare per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, specialmente per le vittime degli abusi sessuali.