La proposta di revisione dell’indennità dei consiglieri regionali lombardi, inizialmente orientata verso un riallineamento con gli standard regionali nazionali, ha sollevato un acceso dibattito che ha portato al ritiro del documento in Commissione Bilancio. L’iniziativa, formalmente presentata come emendamento all’assestamento di bilancio, mirava ad adeguare il compenso dei consiglieri a quello stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni, recependo le disposizioni del decreto governativo del 2012, varato durante il governo Monti con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica. Tale decreto aveva imposto limiti precisi alle indennità dei rappresentanti degli organi regionali, un quadro poi recepito dalla Lombardia nel 2013, ma con una riduzione del 5% che aveva generato, nel tempo, disagi e percezioni di disparità rispetto ad altre realtà regionali.L’emendamento in discussione prevedeva la progressiva eliminazione di tale decurtazione, ripartendo il trattamento economico con una nuova ripartizione: il 55% destinato all’indennità di carica e il 45% per il rimborso delle spese sostenute nell’esercizio del mandato. Questa riallocazione avrebbe comportato un incremento del compenso complessivo, stimato in circa 555 euro lordi mensili per ciascun consigliere, portando l’importo massimo erogabile a 11.100 euro.L’iniziativa, che ricorda per tempismo e risvolti la controversa proposta di reintroduzione del “mini vitalizio” precedente, ha incontrato resistenze interne alla maggioranza, in particolare da parte delle segreterie regionali dei partiti che hanno richiesto ulteriore tempo per una valutazione più approfondita. La decisione di ritirare il documento, pur non precludendo la sua eventuale riproposizione entro il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti (17 luglio), segna una fase di riflessione e di negoziazione che potrebbe portare a una riformulazione della proposta o a un suo completo abbandono. L’episodio evidenzia la complessità della gestione delle risorse pubbliche e la sensibilità che circonda le decisioni riguardanti le indennità dei rappresentanti eletti, fattori che spesso determinano un acceso confronto politico e l’esigenza di un delicato equilibrio tra diritti, responsabilità e percezione pubblica. La vicenda pone, inoltre, la questione più ampia dell’uniformità dei trattamenti economici a livello regionale e la necessità di garantire una equità e trasparenza che riflettano il peso e la complessità del ruolo dei consiglieri regionali.
Indennità Consiglieri Regionali: Ritirata la Proposta in Lombardia
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