La pre-intesa sulla differenziazione, siglata a Palazzo Lombardia, rappresenta un punto di svolta, un passaggio concreto in un percorso di rivendicazione che affonda le sue radici nel tempo.
L’affermazione del Presidente Attilio Fontana, con un’eco che rimanda al suo predecessore Roberto Maroni, non è solo un rituale di passaggio di consegne, ma una dichiarazione di continuità strategica, un tributo a una visione lungimirante.
L’emozione palpabile nel volto del Presidente Fontana, accompagnata da un caloroso applauso, testimonia il significato profondo di questo momento.
Il riferimento a Maroni non è casuale: è l’architetto di un progetto ambizioso, il promotore di un referendum – quello del 22 ottobre 2017 – che ha cristallizzato l’aspirazione popolare lombarda.
Quel voto, lungi dall’essere un semplice esercizio di democrazia, ha costituito un mandato inequivocabile, un imperativo che le successive amministrazioni nazionali non avrebbero potuto ignorare.
Il percorso verso l’Autonomia differenziata è intrinsecamente legato alla storia del regionalismo italiano, un processo complesso e spesso conflittuale, segnato da una tensione costante tra unità nazionale e specificità territoriali.
La Lombardia, regione economicamente dinamica e culturalmente ricca, ha sempre rivendicato una maggiore autonomia decisionale, motivata dalla necessità di rispondere in modo più efficace alle proprie esigenze e di valorizzare il proprio potenziale.
La pre-intesa rappresenta solo un primo passo, una tappa intermedia in un iter che si preannuncia articolato e delicato.
Le materie oggetto di trasferimento, sebbene ancora circoscritte, aprono la strada a un futuro in cui la Lombardia potrà esercitare una maggiore responsabilità nella gestione dei propri affari, in ambiti cruciali come sanità, istruzione, infrastrutture e politiche sociali.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’Autonomia differenziata non può essere interpretata come un atto di secessione o di disinteresse per il resto del Paese.
Al contrario, essa si pone come un’opportunità per rafforzare il patto costituzionale, promuovendo una maggiore coesione sociale e una più equa distribuzione delle risorse.
La Lombardia è consapevole della propria responsabilità e intende contribuire attivamente alla costruzione di un modello federale che valorizzi le diversità regionali, garantendo al contempo l’unità e la solidarietà nazionale.
Il dibattito sull’Autonomia differenziata, ora più che mai, necessita di un approccio costruttivo e inclusivo, che coinvolga tutte le forze politiche e sociali, al fine di superare le resistenze ideologiche e le logiche di partito, e di trovare soluzioni condivise che rispondano alle reali esigenze del Paese.
Il futuro dell’Italia, e la sua capacità di affrontare le sfide del XXI secolo, dipendono anche dalla capacità di innovare il suo sistema istituzionale, garantendo una maggiore efficienza, una maggiore trasparenza e una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.









