La questione che attanaglia Milano, intrecciando procedure giudiziarie e dinamiche politiche interne, trascende la mera richiesta di dimissioni.
Si tratta, più profondamente, di una verifica dell’effettiva solidità della maggioranza che sostiene l’amministrazione guidata da Sala, in particolare per quanto concerne le scelte cruciali in materia di pianificazione urbanistica.
Come ha sottolineato il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il fulcro della discussione non risiede nell’azione legale in sé, bensì nella capacità della giunta di contare su un sostegno politico univoco e robusto su temi di tale rilevanza strategica per il futuro della città.
La definizione di “maggioranza” non può essere un concetto elastico e modulabile a seconda delle esigenze del momento.
Una giunta che non riesce a raggiungere il consenso necessario per approvare decisioni fondamentali come quelle relative all’urbanistica, compromette la propria credibilità e la capacità di realizzare il programma che le è stato affidato.
In questo senso, la mancanza di una maggioranza coesa non è un dettaglio secondario, ma un sintomo di una più profonda crisi di governance.
Il ricordo del tentativo legislativo, definito in passato “Salva Milano”, offre una chiave di lettura significativa.
L’autopsia di quel progetto di legge, che non superò la fase di votazione, rivela un’assenza di consenso politico di fondo.
La battuta del Presidente del Senato, che definì quella proposta “Salva giunta Sala”, non fu la causa del fallimento, ma piuttosto un riflesso della verità: la maggioranza politica che sosteneva l’amministrazione era insufficiente e incapace di garantire il sostegno necessario.
L’inerzia del processo legislativo non può essere attribuita a un singolo ostacolo, ma a una più ampia mancanza di coesione politica.
Un’amministrazione che si trova a dover dipendere da puntelli esterni, da manovre di compromesso e da appoggi occasionali, è destinata a vacillare.
La critica del Presidente La Russa, dunque, non è un attacco personale alla giunta Sala, ma un monito alla necessità di una maggiore responsabilità politica.
Le divisioni interne al Partito Democratico, le resistenze da parte dei Verdi e le posizioni discordanti di altre forze politiche, configurano un quadro complesso e problematico.
Una situazione del genere rende arduo, se non impossibile, il raggiungimento di un accordo stabile e duraturo sui temi cruciali per lo sviluppo della città.
In definitiva, la verifica della solidità della maggioranza non è una questione meramente procedurale, ma un imperativo per garantire la governabilità e il futuro di Milano.
Il destino della città, in questo momento, pende su un filo, quello della coesione politica e della capacità di assumersi responsabilità condivise.