sabato 6 Settembre 2025
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Milano in Piazza: la Marcia per il Leoncavallo

Un fiume umano si è riversato dalle vie di Milano, dando vita a una vibrante marcia di protesta partita da Porta Venezia, cuore pulsante di un movimento che rivendica il diritto alla permanenza e alla continuità di un’esperienza sociale unica: il centro sociale Leoncavallo.

La manifestazione, che ha visto una partecipazione assai numerosa, si è snodata attraverso il tessuto urbano, mirando idealmente a convergere in Piazza Duomo, simbolo del potere e della rappresentazione cittadina, pur mantenendo una forte identità radicata nei luoghi della memoria operaia e popolare.

La marcia non è stata un semplice corteo, ma un vero e proprio palcoscenico di voci e di ideali.
Uno striscione imponente, con la scritta “Giù le mani dalla città”, ha guidato il percorso, seguito da un gruppo significativo composto dalle “Mamme Antifasciste del Leoncavallo”, un’associazione di lunga data guidata dalla presidente Marina Boer, testimonianza della forza e della resilienza di una comunità che si è sempre battuta per i diritti e contro ogni forma di oppressione.

Tra gli striscioni, messaggi chiari e diretti: “Leoncavallo, il Sogno Alternativo”, “Contro i padroni della città”, e un’affermazione ambiziosa, “Leoncavallo, 50 anni ancora!”, che proietta lo sguardo verso il futuro e sottolinea la volontà di perpetuare un modello di aggregazione sociale e culturale.

La presenza politica è stata significativa: Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, Alessandro Capelli, segretario del Pd di Milano, e Primo Minelli, presidente di Anpi Milano, hanno marciato a fianco dei manifestanti, a dimostrazione di un ampio sostegno politico alla causa.
Anche il mondo dello spettacolo ha risposto presente, con la partecipazione di Paolo Rossi, Bebo Storti e Claudio Bisio, figure pubbliche che hanno scelto di schierarsi a favore di un modello di società più inclusivo e partecipativo.

“Questa è una manifestazione, non un funerale!” ha tuonato un portavoce dalla piattaforma mobile, un grido di battaglia che incarna lo spirito di speranza e di lotta che anima il movimento.
Il Leoncavallo non è solo un edificio, ma un luogo fisico e simbolico dove si coltivano valori di solidarietà, autogestione e resistenza.
È un laboratorio di idee e di pratiche alternative, un antidoto alla logica del profitto e dell’esclusione.
L’atmosfera era elettrica, amplificata dall’arrivo, tra applausi scroscianti, degli antagonisti dei centri sociali, che avevano precedentemente manifestato al cantiere del Pirellino.

La loro presenza ha rafforzato l’immagine di un movimento ampio e diversificato, unito dalla volontà di difendere spazi di libertà e di costruire un futuro più giusto e sostenibile per la città.
Il corteo si è configurato dunque come un potente atto di resistenza, un invito a non arrendersi di fronte alle pressioni economiche e politiche che minacciano l’esistenza del centro sociale e, più in generale, la sopravvivenza di esperienze sociali autonome e innovative.

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