La facciata di Palazzo Pirelli, simbolo della Lombardia e della sua amministrazione regionale, si è illuminata di un messaggio potente: “Free Gaza”.
L’azione, compiuta in modo non convenzionale e senza autorizzazione, ha suscitato reazioni contrastanti, trovando immediatamente il sostegno di Pierfrancesco Majorino e Luca Paladini, consiglieri regionali lombardi appartenenti al Partito Democratico e al Patto Civico.
L’iniziativa, che ha segnato la serata milanese, va inquadrata in un contesto globale di crescente preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e per le violenze che coinvolgono la popolazione palestinese.
I consiglieri regionali hanno esplicitamente collegato la proiezione alla “Global Sumud Flotilla”, un’iniziativa di solidarietà e supporto alla resistenza pacifica, sottolineando la loro piena adesione a questa azione e la loro profonda vicinanza a chi la promuove.
Oltre alla dimensione simbolica, l’atto assume un significato politico rilevante, rappresentando una forma di dissenso e una richiesta urgente di intervento.
Non si tratta di una mera manifestazione di protesta, ma di un appello diretto alla comunità internazionale affinché interrompa ciò che viene percepito come un “genocidio” del popolo palestinese.
La gravità della situazione, descritta con parole forti, impone, a loro avviso, un cambio di rotta, una priorità assoluta al rispetto dei diritti umani e alla ricerca di una soluzione pacifica e duratura.
La richiesta non si limita a una cessazione immediata delle ostilità, ma rivendica il diritto fondamentale di ogni individuo – uomo, donna, bambino – a vivere in sicurezza e dignità nella propria terra.
Si tratta di un diritto inalienabile, sancito dal diritto internazionale, che viene sistematicamente violato.
L’azione a Milano, pur nella sua forma non convenzionale, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, a sollecitare il Consiglio regionale e le istituzioni a prendere posizione in merito alla crisi umanitaria, e a richiamare l’attenzione sulla necessità di una politica estera più giusta ed equa, capace di proteggere i più vulnerabili e di promuovere la pace.
Il gesto, in definitiva, è un atto di civiltà, un monito a non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui.