La discussione attorno al Ponte sullo Stretto di Messina si riaccende, focalizzandosi ora non tanto sulla sua realizzazione in sé, quanto sull’imperativo di garantirne la massima trasparenza e l’assenza di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. L’emendamento proposto dalla Lega, e sostenuto da una sensibile parte politica e civile, mira a trasporre sul progetto strettoino i medesimi rigidi protocolli di controllo antimafia applicati in passato ad opere di rilevanza nazionale, considerate a rischio per la loro complessità e la loro rilevanza strategica.La richiesta non si configura come un’ostilità nei confronti delle istituzioni, in particolare del Quirinale, né tanto meno come un’implicazione di sospetti preconcetti. Si tratta, piuttosto, di una rivendicazione di equità procedurale, di una richiesta di applicare a Messina gli stessi standard di sicurezza e controllo che hanno caratterizzato progetti cruciali come il Ponte Morandi, l’Expo di Milano e le Olimpiadi invernali Milano-Cortina. Questi eventi, pur nella loro unicità, hanno dimostrato l’importanza di una vigilanza costante e rigorosa per prevenire abusi e assicurare la legalità.La complessità del Ponte sullo Stretto, sia dal punto di vista ingegneristico che economico, lo rende particolarmente vulnerabile a tentativi di infiltrazione da parte di organizzazioni criminali. L’entità degli investimenti necessari, le numerose figure coinvolte, e la potenziale ricchezza di opportunità per tangenti e favori, rappresentano un terreno fertile per attività illecite. Un controllo antimafia rigoroso non è quindi una restrizione alla libertà di impresa, ma una garanzia di correttezza, di legalità, e di tutela dell’interesse pubblico.L’introduzione di controlli rafforzati, come l’obbligo di rotazione delle imprese, la verifica attenta dei subappalti, e la trasparenza nelle procedure di selezione, non solo dissuadono i malintenzionati, ma anche tutelano l’immagine dell’Italia a livello internazionale. Un’opera come il Ponte sullo Stretto, che ambisce a diventare un simbolo di progresso e di collegamento, non può essere compromessa da ombre di illegalità.Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel suo commento a margine di un sopralluogo a Genova, ha colto appieno l’importanza di questa richiesta, evidenziando come la legalità debba essere un valore imprescindibile in ogni progetto di tale portata. La sua sensibilità al tema testimonia una volontà di fare, non solo di costruire infrastrutture, ma di farlo in modo etico e responsabile, garantendo che il Ponte sullo Stretto diventi realmente un’opera a servizio della collettività. L’obiettivo è chiaro: erigere un ponte non solo tra due sponde geografiche, ma anche tra la realtà e l’ideale di un’Italia libera dalla criminalità.