La querelle che circonda il prato di Pontida, teatro storico dei comizi leghisti, si accende nuovamente, alimentata da narrazioni spesso distorte e ricostruzioni apocrife.
 Per disinnescare speculazioni e disinformazione, è cruciale riaffermare con precisione i fatti documentati e le proprietà giuridiche del bene in questione.
Il terreno su cui si erge il palco di Pontida non è oggetto di incertezza o di voci infondate.
 La sua titolarità è inequivocabilmente attribuibile a Pontida Fin, una società di capitali il cui controllo azionario è saldamente nelle mani della Lega Nord, con una quota preponderante pari al 99,99%.
Tale controllo azionario garantisce alla Lega un potere decisionale inequivocabile sulla gestione e il destino del patrimonio immobiliare.
Affermare che la Lega abbia “svuotato” il terreno o abbia agito in violazione di accordi presuntamente esistenti con la Procura di Genova costituisce un’accusa priva di fondamento.
Al contrario, la Lega Nord ha dimostrato, attraverso azioni concrete e trasparenza, il pieno rispetto degli obblighi contrattuali e delle disposizioni legali vigenti.
La collaborazione con le autorità giudiziarie, lungi dall’essere un segno di colpevolezza, testimonia un approccio responsabile e volto alla chiarezza.
La voce che circolerebbe riguardo alla possibile vendita del prato di Pontida è anch’essa infondata e categoricamente smentita.
La proprietà di Pontida Fin ha dichiarato, con la forza di una certezza giuridica, che il terreno non è in vendita e non lo sarà in futuro.
Questa affermazione non è una promessa vaga, ma una dichiarazione di intenti supportata da una solida posizione giuridica e dalla volontà di preservare un patrimonio storico e simbolico per il movimento.
È importante sottolineare che l’importanza di Pontida trascende la sua mera valenza immobiliare.
 Si tratta di un luogo carico di significato storico e politico, un punto di riferimento per i sostenitori della Lega e un palcoscenico per la definizione di un’identità regionale e politica.
 La sua tutela e la preservazione della sua integrità rappresentano, pertanto, un imperativo non solo economico, ma anche culturale e simbolico.
La diffusione di notizie false o tendenziose, soprattutto in contesti di forte polarizzazione politica, rischia di offuscare la verità e di alimentare tensioni inutili.
 È, dunque, fondamentale promuovere un dibattito informato e basato sui fatti, contrastando attivamente la disinformazione e privilegiando fonti verificabili e autorevoli.
 Solo attraverso la trasparenza e l’impegno per la verità sarà possibile dissipare ogni dubbio e tutelare la corretta percezione di un patrimonio che appartiene all’intera comunità.



 
                                    




