La necessità di una profonda revisione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un tema urgente, sollevato con forza dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in una missiva indirizzata a Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.
A cinquant’anni dalla sua istituzione, il modello originario si presenta inadeguato a rispondere alle complesse sfide demografiche, epidemiologiche e tecnologiche del XXI secolo.
L’invecchiamento della popolazione, l’esponenziale aumento delle patologie croniche, l’emergere di nuove malattie infettive e le crescenti aspettative dei cittadini richiedono un ripensamento radicale del sistema.
Fontana, intervenendo all’Istituto Europeo di Oncologia durante la “Mid Summer School 2025”, un forum internazionale dedicato al futuro delle cure oncologiche, ha sottolineato l’importanza di un’alleanza strategica tra le Regioni.
Questa collaborazione si rende imprescindibile al termine degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per garantire un’integrazione efficiente tra l’innovazione tecnologica e la gestione clinica.
La lotta al cancro, esemplificativa delle trasformazioni necessarie, è in rapida evoluzione.
Grazie a nuove metodologie diagnostiche e terapeutiche, si sta passando da un approccio generalizzato a una medicina sempre più personalizzata e mirata.
La comprensione delle caratteristiche genetiche e molecolari di ogni tumore apre nuove prospettive di trattamento, ma allo stesso tempo introduce complesse implicazioni organizzative e istituzionali, che vanno dalla prevenzione primaria all’accesso alle terapie innovative e alla sostenibilità economica del sistema.
La Regione Lombardia, consapevole di questa necessità, ha dimostrato un impegno concreto attraverso investimenti significativi.
Il recente provvedimento per il 2025 destinava risorse rilevanti ai programmi di screening oncologici, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere una copertura superiore al 95% per le principali patologie, come il tumore al seno, il colon-retto e la cervice uterina, garantendo al contempo tempi certi per gli approfondimenti diagnostici.
L’allocazione di risorse, pari a 4,6 milioni di euro per la sanità pubblica e 1,6 milioni per il settore privato, testimonia la priorità attribuita alla prevenzione e alla diagnosi precoce.
Oltre agli screening, la Regione ha promosso lo sviluppo di una rete capillare di strutture, professionisti e laboratori dedicati alla medicina di precisione.
Questo approccio innovativo, basato sull’analisi dei dati genetici e molecolari dei pazienti, permette di personalizzare le terapie e di ottimizzare i risultati.
Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale della medicina di precisione e per garantire un accesso equo alle nuove tecnologie, è fondamentale una collaborazione sinergica tra le Regioni, che possa superare le disomogeneità territoriali e promuovere un modello di sanità integrata e sostenibile.
Il futuro del SSN, pertanto, si gioca nella capacità di costruire un’alleanza regionale solida e proattiva, capace di affrontare le sfide del futuro con coraggio e lungimiranza.