L’incontro a Bologna, al centro del quale si è posto il tema urgente della giustizia sociale e del perseguimento della pace, ha visto protagonisti il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Angelo Chiorazzo, e il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei).
L’occasione ha offerto una piattaforma per una riflessione approfondita sulla complessa realtà geopolitica contemporanea, segnata da conflitti e disuguaglianze che minano la convivenza civile e la dignità umana.
Il dialogo, animato da una condivisa preoccupazione per le sofferenze che affliggono ampie fasce della popolazione mondiale, ha focalizzato l’attenzione su due aree geografiche particolarmente critiche: la Palestina e l’Europa orientale.
La situazione a Gaza, con le sue implicazioni umanitarie devastanti, ha suscitato un profondo sentimento di solidarietà e un rinnovato appello al cessate il fuoco immediato, non come soluzione definitiva, ma come preludio a un processo di ricostruzione basato su principi di equità e rispetto dei diritti fondamentali.
L’attenzione si è poi estesa al conflitto in Ucraina, dove la sofferenza di milioni di persone, costrette all’esodo o intrappolate in zone di guerra, richiede un impegno costante per la protezione dei civili e la ricerca di soluzioni diplomatiche che garantiscano la sicurezza e la sovranità del paese.
I partecipanti all’incontro hanno sottolineato che la costruzione di una pace duratura non si limita alla semplice cessazione delle ostilità.
Essa implica un profondo ripensamento dei rapporti internazionali, un impegno concreto per la riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali, e la promozione di un modello di sviluppo sostenibile che ponga al centro la dignità umana e il bene comune.
La giustizia, intesa non come semplice applicazione di leggi, ma come principio fondante di una società equa e inclusiva, è stata identificata come elemento imprescindibile per la riconciliazione e la ricostruzione del tessuto sociale.
È stato evidenziato come ogni attore sociale – istituzioni, associazioni, singoli cittadini – sia chiamato a contribuire, nel proprio ambito di competenza e secondo le proprie capacità, a promuovere questi valori e a contrastare le dinamiche di violenza e sopraffazione che alimentano i conflitti.
L’incontro si è concluso con la riaffermazione della necessità di un dialogo interculturale e interreligioso aperto e costruttivo, capace di superare le barriere ideologiche e le preconcetti, e di favorire una cultura della pace fondata sul rispetto reciproco e la solidarietà umana.
Il percorso verso una convivenza pacifica è arduo e complesso, ma la speranza e la determinazione non devono venir meno di fronte alle sfide del presente.








